Morte di Ottaviano Augusto: a Nola l’imperatore divenne un Dio. Nessuna certezza sui siti “Apud Nolam” la sua dimora – tempio, dove esalò il suo ultimo respiro
Nola – “Acta est fabula, plaudite!” Con questa frase, come ci racconta lo storico Svetonio nella sua opera “Vita dei Cesari”, Ottaviano Augusto si congedò dal mondo sul letto di morte. “Lo spettacolo è finito! Applaudite!”. Il sipario della straordinaria vicenda umana del primo Imperatore di Roma, calò il 19 agosto del 14 d.C “apud Nolam”
Ottaviano Augusto è una figura centrale nella storia di Roma. Ha chiuso il lungo periodo delle guerre civili instaurando un periodo florido conosciuto come “pax augustea”. Con lui si segna il passaggio dalla Repubblica al Principato, forma di governo che continuerà anche dopo di lui.
Le fonti riferiscono che nel corso di un viaggio “aggravandosi la malattia” si fermò proprio nel territorio nolano, dove la sua famiglia, quella degli Ottavi, possedeva diverse proprietà. Ed è proprio qui che spirò avendo vicino il suo figlio adottivo, Tiberio (futuro imperatore) e la moglie Livia. Le voci di un possibile avvelenamento non sono state mai confermate.
Le sue esequie furono degne del padrone del mondo. La salma fu trasportata da Nola a Roma con una solennità degna di una divinità.
Il legame tra Nola e Ottaviano Augusto è stato sempre molto forte. Da sempre, come il Sacro Graal, si cerca la dimora dell’imperatore dove esalò il suo ultimo respiro.
Le ricerche sulla dimora di Augusto: nessuna delle ipotesi ha evidenziato riscontri scientifici e storici
A Somma Vesuviana – a cura dell’Università di Tokyo – è tuttora in corso lo scavo di una Villa romana che all’inizio fece pensare al sensazionale ritrovamento della dimora di Augusto. Poi rilievi più attenti hanno dimostrato che si trattava di una villa romana del II secolo d.C. ù
Il sito è tornato a far parlare di sé all’indomani di ulteriori ritrovamenti che riportano la datazione ad un’ epoca più coerente con il periodo di Augusto.
Nei mesi scorsi è rimbalzata la notizia circa lo scavo in località villa Albertini a Piazzolla, in particolare al sotto di un’area verde, accanto al parcheggio di una scuola elementare. A riaccendere i riflettori sulla vicenda un capitello di una colonna (oggi custodita presso il Museo Archeologico di Nola) ritrovato in un deposito privato, rinvenuto sin dal 2010 proprio nell’area di scavo della scuola.
Al momento, però, in nessuno dei siti “sotto osservazione” abbiamo riscontri storico – scientifici che si tratti per davvero della dimora di Augusto che dovrebbe riportare anche la sua trasformazione in un tempio, così come deliberato dal Senato la cui decisione venne posta a compimento dallo stesso Tiberio.
A Nola il regime fascista donò la statua che ancora oggi è presente in piazza Duomo, nel suo utopistico e un po’ delirante “progetto di restaurazione” dell’impero.
L’amministrazione comunale stamattina ha deposto una corona per omaggiare il grande Augusto
In allegato un’ interessante lectio magistralis del professore Luciano Canfora sulla morte e divinizzazione di Augusto