Le Province in Europa: quante sono, cosa fanno e che bilanci gestiscono. UPI chiede il rispetto della Convenzione Europee sulle Autonomie locali
Nel resto d’Europa alle Province è assegnata la gestione dei nostri stessi servizi, strade, scuole, ambiente, lavoro, sviluppo economico, e in più si occupano di assistenza sociale.
Province, Saitta “Governo viola Carta delle Autonomie Locali”
Un dossier Upi ai parlamentari: Le Province in Europa non esistono. FALSO. Quante sono, cosa fanno e quanto spendono le Province negli altri Paesi Ue
“Chiediamo a Governo e Parlamento il rispetto della Convenzione Europee sulle Autonomie locali che l’Italia ha sottoscritto nel 1985 e ai cui principi è vincolata”. Lo ha detto il Presidente dell’Upi, Antonio Saitta, intervenendo oggi all’incontro promosso dall’Upi con i Presidenti delle Province europee per discutere con le istituzioni degli stati partener dell’Italia dei provvedimenti del Governo contro le Province. “Siamo stanchi di sentire dire da rappresentanti di Governo e Parlamento e da commentatori che le Province vanno cancellate perché esistono solo in Italia. E’ falso! In 19 Stati su 28 il governo del territorio è affidato a tre livelli istituzionali: Regioni, Province e Comuni. Solo gli stati più piccoli, come Cipro, Malta e Lussemburgo non hanno Province. E nel resto d’Europa alle Province è assegnata la gestione dei nostri stessi servizi, strade, scuole, ambiente, lavoro, sviluppo economico, e in più si occupano di assistenza sociale. Lo fanno con bilanci ben diversi dai nostri: le 408 Province tedesche nel 2011 hanno gestito 55 mld di euro, le 100 Province francesi 73 miliardi di euro, le 50 Province spagnole 16 miliardi. Nello stesso anno le 107 Province italiane avevano un bilancio che superava appena i 10 miliardi. E mentre noi pesiamo l’1,26% della spesa pubblica, le Province francesi ne rappresentano il 6,3%, quelle tedesche il 4,5% e quelle spagnole il 3,2%. Facciamo le stesse cose pesando meno sui bilanci dello Stato”.
“Nel 2012 – ha ricordato Saitta l’Italia ha avuto un richiamo dal Consiglio d’Europa per il mancato rispetto della Carta delle Autonomie sia per le norme di svuotamento delle funzioni che per la previsione di modifica del sistema elettorale, da elezione diretta a secondo livello. Infatti negli altri Stati Ue, gli organi di governo delle province sono eletti dai cittadini, tranne che in Spagna. Quindi non solo l’Europa non ha mai chiesto all’Italia di abolire le Province, ma l’ha già anche richiamata per i suoi interventi contro le Province”.
A confermare quanto detto dal Presidente Saitta, il Prof Francesco Merloni, dell’Università di Perugia, che nel suo intervento ha sottolineato che “l’Italia è fortemente distratta sulla Carta delle Autonomie locali, un trattato internazionale che l’Italia ha sottoscritto e che è vincolante. Un impegno che ci siamo assunti nei confronti degli altri paesi firmatari e nei Confronti del Consiglio d’Europa, che il legislatore nazionale e regionale è tenuto rispettare ai sensi dell’a rticolo 117 della Costituzione”.
Sconcertati e scandalizzati i rappresentanti di Francia, Germania e Spagna sulle posizioni che il Governo italiano sta tenendo sulle Province: “Troviamo difficile capire le scelte del Governo sulle Province in Italia– ha detto Hervé Baro – Vice Presidente della Provincia de l’Aude (Francia) – e siamo scandalizzati che si sia deciso di seguire una indicazione che viene dalla Banca Centrale”. Secondo Thomas Karmasin, – Presidente della Provincia di Fürstenfeldbruck e Presidente della Commissione Affari Costituzionali dell’Associazione delle Province Tedesche “Se le Province vengono cancellate, saranno i cittadini a rimetterci perché perderanno servizi e ci sarà un aumento della spesa pubblica”.