Le mosse di Renzi per il Giubileo

Matteo Renzi si è rimesso la fascia tricolore. D’altra parte il sindaco d’Italia è anche sindaco della Capitale e, in attesa che diventino effettive le dimissioni del sindaco, il presidente del Consiglio prepara il terreno per il dopo 2 novembre, giorno dei defunti e ultimo dell’era Marino. Se è vero che dopo la morte c’è la resurrezione, a palazzo Chigi si scommette molto sulla seconda parte e sul Giubileo della Misericordia. Sette-otto mesi di tempo, prima del voto di fine maggio, per rimettere in sesto l’amministrazione comunale e avviare la manutenzione della città. Obiettivi minimi, come chiudere le buche, raccogliere la spazzatura e far funzionare i mezzi pubblici, che rappresentano un successo per Roma.

Con sprezzo del pericolo, Renzi ci sta mettendo la faccia – almeno sul Giubileo – e ieri sera a palazzo Chigi ha incontrato il presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone proprio per discutere degli appalti ancora bloccati e delle opere immediatamente cantierabili.

TASSELLO
Far funzionare la città per i mesi dell’anno Santo straordinario, è la scommessa che Renzi ha assunto ieri ufficialmente su di sè quando, intervenendo in diretta a Rtl, ha raccontato che «stiamo preparando, proprio per evitare contraccolpi dalle dimissioni dell’amministrazione comunale, una bella squadra, non dirò un dream team ma insomma una squadra tosta per lavorare su quest’anno del Giubileo». 

Chi sarà a capo della ”squadra tosta», Renzi non lo svela. Ha ancora diciotto giorni di tempo per mettere a posto tutti i tasselli che dovrebbero portare alla nomina – da parte del prefetto Gabrielli – di un commissario che a sua volta dovrebbe mettere in pista otto subcommissari. Di fatto l’amministrazione capitolina si scinde in due.

Da un lato il Giubileo, affidato al prefetto Gabrielli, dall’altro l’amministrazione della città che verrà affidata alle cure di un commissario. Ovviamente i due tavoli sono destinati ad incrociarsi, ma Renzi – anche per l’indubbio rilievo internazionale che ha l’Anno Santo – punta a lavorare con Gabrielli per ripetere nella Capitale il successo ottenuto a Milano con l’Expo. E’ quindi possibile che il ”dream team” evocato ieri dal presidente del Consiglio non sia altro che una serie di subcommissari che aiuteranno Gabrielli nella sfida per il Giubileo, mentre il commissario potrebbe nominare altri subcommissari. Magari gli stessi dieci presidenti dei municipi che vorrebbero non essere travolti dalle dimissioni di Marino.

Tra i papabili nel ruolo di commissario sembrano scendere le quotazioni del magistrato-assessore Alfonso Sabella mentre restano invariate quelle dei prefetti Bruno Frattasi, Riccardo Carpino e Angelo Tranfaglia. In salita quelle del prefetto di Torino Paola Basilicone. Complice anche la lunga trasferta in Sud America prevista per la prossima settimana, Renzi avrà tempo per riflettere sul nome che, come ieri ha sottolineato il ministro dell’Interno Alfano, «dovrà essere discusso dal consiglio dei ministri su mia proposta». Sullo sfondo, ma nemmeno tanto, le tensioni dentro il Pd romano che si avvia ad una resa dei conti anche in vista di primarie che potrebbero ridisegnare la geografia del partito a Roma.

FASCIA
Un partito che ha messo il commissario del Pd Matteo Orfini sotto accusa e che, per dirla con le parole di un senatore romano, «non si riunisce da mesi e non distribuisce nemmeno le tessere agli iscritti». E mentre a palazzo Chigi si lavora sul futuro della città, il sindaco uscente Ignazio Marino starebbe ancora pensando se ritirare le dimissioni per qualche giorno in modo da partecipare alla prima udienza del processo su ”Mafia Capitale” con la fascia Tricolore.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *