La legge sull’eutanasia a marzo in discussione alla Camera
Partirà a marzo, per la prima volta nella storia italiana, l’esame di una proposta di legge per la legalizzazione dell’eutanasia. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo che ha stabilito anche un orientamento di massima per la calendarizzazione dei provvedimenti da discutere nei prossimi due mesi. Fino ad ora le Camere hanno affrontato il tema del ‘fine vità e del biotestamento, sull’onda di quanto accaduto ad Eluana Englaro. Una legge che però non ha mai visto la luce.
«Con la calendarizzazione del tema dell’eutanasia alla Camera dei Deputati per marzo – annunciata dal Capogruppo di Sel Arturo Scotto – abbiamo compiuto un altro importante passo verso la legalizzazione e il governo di un fenomeno sociale sempre più importante nella società italiana», hanno spiegato Marco Cappato, Filomena Gallo e Mina Welby, a nome dell’Associazione Luca Coscioni, di Radicali italiani e della campagna «Eutanasia legale» che ha sostenuto l’iniziativa. «Ringraziamo Scotto per aver ottenuto che il tema dell’eutanasia sia inserito nell’agenda dell’Aula. La Camera potrà ora affrontare anche la nostra proposta di legge di iniziativa popolare depositata nel settembre 2013 e già sottoscritta da oltre 105.000 cittadini. Siamo fiduciosi nell’opera che gli oltre 225 Parlamentari aderenti agli obiettivi dell’intergruppo eutanasia compiranno ora in Commissione e in Aula» spiegano.
A favore della proposta di legge si erano schierati anche alcuni malati che si erano fatti, con le loro storie, bandiera della battaglia. «Un ringraziamento speciale va a tutte le persone malate che si sono mobilitate finora per l’obiettivo della calendarizzazione, a partire da Luigi Brunori, che proprio nei giorni scorsi è morto, a Max Fanelli, Walter Piludu e Ida Rescenzo, che si sono rivolti a più riprese ai Presidenti dei Gruppi parlamentari. Non saremmo arrivati a questo risultato senza la forza e la generosità della militante radicale Dominique Velati, che ha restituito alla conoscenza degli italiani un tema altrimenti tabù per il potere italiano», concludono i radicali.
La proposta, composta da quattro articoli, prevede che ogni cittadino può rifiutare l’inizio o la prosecuzione di trattamenti sanitari, nonchè ogni tipo di trattamento di sostegno vitale così come della terapia nutrizionale. Ed il personale medico e sanitario è tenuto a rispettare la volontà del paziente se arriva da un maggiorenne capace di intendere e di volere, salvo in alcuni casi particolari Ogni persona, stabilisce l’ultimo articolo, «può stilare un atto scritto, con firma autenticata dall’ufficiale di anagrafe del comune di residenza o domicilio, con il quale chiede l’applicazione dell’eutanasia per il caso in cui egli successivamente venga a trovarsi» nelle condizioni previste dalla legge.