La farsa delle elezioni politiche: il nolano, come tutto il Sud, diventa terra di conquista, come al tempo dei Savoia. Annullata la rappresentanza dei territori

Nola. – Anche il territorio nolano, come l’intero Sud, mai come in occasione delle prossime Politiche del 25 settembre, diventa solo “terra di conquista”. Come al tempo dei Savoia, gli interessi e le istanze dei territori sono stati completamente mortificati.

Una parte consistente di cittadini – da sempre sedotti e abbandonati – vengono ancora una volta considerati solo dei “cafoni” senza possibilità di scelta se non quella di abbassare la testa e sussurrare “signor sì”

Uno schema applicato da tutti i partiti, indiscriminatamente, utilizzando il  Sud solo per assicurare candidature -più o meno sicure -gli amici degli amici, alle fidanzate, alle mogli, alle comari, ai cumparielli dei vari “cerchi magici”.

E la rappresentanza territoriale? E la meritocrazia? Ormai sono valori, passati di moda.

Abbiamo assistito – in questa fase di redazione delle liste – a “giochini” davvero imbarazzanti, dove si sono tentati – ed in qualche caso anche realizzati -veri e propri “incesti” politici, con soggetti sempre l’uno contro l’altro e che ora si ritrovano “spalla a spalla” nella rincorsa all’agognata poltrona.

Nel nostro territorio, senza alcun rispetto per l’impegno profuso, sono stati “fatti fuori” sindaci come Nello Donnarumma e Luca Capasso, esempi assolutamente virtuosi. E cosa dire del caso di Carmela Rescigno, estromessa dalle candidature, senza tener conto – in nessun modo – della militanza storica.

La domanda sorge spontanea: perché andare a votare, se questa è l’offerta politica?

Chi tutelerà le istanze dei nostri territori: gli “invasori” calati dall’alto che nulla conoscono dei nostri problemi e delle nostre esigenze?

Come potrà il Sud – soprattutto in questa fase cruciale del PNRR – recuperare realmente il gap con il Nord, riequilibrando le distorsioni del Federalismo con una spesa storica che continua ad essere nettamente inferiore per le regioni meridionali in relazione agli stessi servizi? Chi mai avrà interesse a farlo, se la nostra rappresentanza è così risicata?

LA LEGGE ELETTORALE VA CAMBIATA

Sarebbe ora di recuperare l’antico “spirito brigante”, nell’accezione di difesa della nostra identità, della nostra terra, e della nostra libertà, per un impegno politico e civile, chiaro e preciso: cambiare questa scandalosa legge elettorale che la riduzione del numero dei parlamentari – che in qualche modo è anche plausibile – ha reso ancor più negativa, soffocando il principio di rappresentanza, su cui si basa la nostra democrazia.

 Le candidature non possono essere più espressione degli equilibri dei “salotti” o delle “camere da letto” romani ( o di altrove), ma devono essere espressione dei territori.

Purtroppo i popoli del Sud non hanno ancora perso l’antico vezzo di vendersi per poco, pur di allearsi con il potente di turno per assicurarsi il piccolo e personale posto al sole, a danno del bene comune.

Ed allora potranno anche cambiare i governi, non importa il colore politico, ma qui, nel nostro meridione, non cambierà mai nulla.

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