La Corte di Cassazione riconosce strade e piazze dei centri storici beni culturali: a Nola il valore aggiunto è il sigillo Unesco, ma le “vie dei Gigli” restano “mortificate” dalla sosta delle auto
Nola – La difficile circostanza del Covid-19 ci ha abituati, in particolare nel periodo di lockdown, a scorci inediti dove strade e piazze appaiono praticamente spopolate offrendo uno scenario triste e desolato.
Nel contempo è innegabile che abbia costituito una occasione unica per apprezzare il paesaggio urbano, quasi sempre alterato dalla presenza del traffico veicolare e dalle auto spesso in sosta selvaggia.
Il centro storico di Nola si compone di una struttura stratificata dove ancora esiste un’armoniosa relazione nel rapporto fra ampiezza delle strade, altezza ed espressione architettonica dei fabbricati. Un tessuto medioevale dove il reticolo viario è tuttora quello configurato dagli Orsini.
Un centro storico che si presenta contenuto nelle dimensioni e a misura d’uomo, che appare però appiattito dalla presenza del traffico veicolare che rappresenta un ostacolo alla percezione del valore del paesaggio urbano che la città potrebbe offrire.
La recentissima sentenza della Corte di Cassazione (Sez. III, sent. del 12 novembre 2020, n. 31760), circa un manufatto realizzato in una strada del centro storico di Benevento senza l’autorizzazione del Soprintendente, chiarisce che le strade e le piazze delle città, rappresentano un patrimonio storico e architettonico e sono soggette a tutti gli effetti alle disposizioni del codice dei beni culturali.
Il centro storico di Nola: le vie dei Gigli sotto il sigillo Unesco
In particolare, per Nola l’oggetto della sentenza si arricchisce di un ulteriore potenziale. Infatti, le strade e le piazze in basalto oltre a costituire un bene architettonico storico assumono un carattere “unico” nel legame che essi stringono con le macchine da festa tutelate dall’UNESCO.
Eppure, di frequente sia le strade che le piazze, ma anche le macchine da festa, sono aggredite e mortificate dalla sosta e dal traffico veicolare.
Le strade e le piazze del centro storico sono a pieno titolo beni culturali e, in quanto tali, rappresentano un bene per la collettività da apprezzare senza ostacoli.
Renderle fruibili il più possibile permetterebbe di riappropriarsi del valore estetico del costruito storico e consentirebbe al cittadino di migliorare la qualità della vita in termini di sostenibilità, inquinamento e godimento della struttura urbana.
Una pubblicazione della Commissione Europea dal titolo “Reclaiming streets for people”, recuperare le strade per la gente, già nel 2004, prendeva in esame alcuni casi concreti di città che hanno messo mano al problema e sono riuscite a risolverlo producendo effetti positivi per il territorio.
Sono stati analizzati casi di città che, negli anni ’80, hanno scelto di limitare il traffico nei centri urbani dimostrando che con la chiusura al traffico del centro cittadino è possibile rispettare l’ambiente, migliorare la qualità della vita senza danneggiare lo sviluppo economico.
di Maurizio Barbato