L’influenza è ormai alle spalle. Anzi no: attenzione ai virus “parenti”
L’influenza è ormai alle spalle. Un ricordo lontano. Niente più problemi. Ormai è fatta. E invece no. E’ vero che la sindrome influenzale vera e propria, quest’anno particolarmente aggressiva, arrivata in anticipo di quasi un meso rispetto alle passate stagioni, ha raggiunto il suo picco la scorsa settimana. Ma non si deve abbassare la guardia. Perchè l’allerta resta fino a marzo. E in alcune regioni, per esempio il Veneto, il picco si sta registrando in queste ore. Secondo gli ultimi datii di InfluNet, finora sono stati 3,5 milioni gli italiani colpiti (19 i morti, anziani, vittime del virus e delle complicanze). La scorsa settimana si sono ammalati in poco più di 450 mila.
E si sono già affacciati i virus “parenti” che rimarranno a farci compagnia ancora per un po’. E che hanno iniziato a bussare alla porta di oltre 200 mila italiani che hanno dovuto accogliere, senza averli affatto invitati nelle proprie case, i virus parainfluenzali e intestinali che si chiamano adenovirus, coronavirus e rotavirus. Con loro hanno portato in dono sintomi non gravi ma comunque insidiosi come diarrea, vomito e nausea. Fastidi che durano in media una, due giornate ma che si vorrebbe comunque poter evitare.
Per prevenirli e anche per curarli nelle forme più lievi è consigliabile fare dei piccoli gesti dalla grande efficacia. Per esempio lavarsi spesso le mani con attenzione utilizzando detergenti neutri, anche ad azione antisettica. E mantenere un buon livello di idratazione che in pratica significa bere molti liquidi, acqua e tisane oltre a consumare una buona dose di frutta e verdura.