Job act, Renzi: “Entro 8 mesi presenterò un codice del lavoro semplificato e comprensibile”
«Noi andiamo in riunione dai Senatori del Pd il prossimo 14 gennaio. Ci guardiamo in faccia. E a loro chiediamo di presentare il disegno di legge costituzionale per cambiare il Senato, trasformandolo in Camera delle Autonomie».
Lo scrive il segretario del Pd Matteo Renzi su E-News.
«Il supplemento della domenica del Sole 24 Ore – prosegue Renzi – ha rilanciato una proposta suggestiva: coinvolgere i mondi della cultura in questo organismo. Potrebbe essere una base di discussione a condizione che non sia elettivo e sia invece un incarico gratuito. Lo so, non è facile, ma eliminare il bicameralismo come lo conosciamo oggi sarebbe un passaggio storico. E sarebbe il segnale che la politica ha finalmente recepito il messaggio di cambiamento che è arrivato dai cittadini anche con le primarie. Poi, passaggio successivo, abbassamento numeri e compensi dei consiglieri regionali. Uno alla volta, per carità!».
Il “Jobs act”. Un processo «verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti», un «assegno universale» per chi perde il lavoro e un’agenzia unica federale che coordini i centri per l’impiego, sono invece alcuni punti nel capitolo delle regole, previsto nel job act, di cui Matteo Renzi illustra una bozza nell’enews.«Gli spunti che trovate in questa enews saranno inviati domani ai parlamentari, ai circoli, agli addetti ai lavori per chiedere osservazioni, critiche, integrazioni. Dunque non è un documento chiuso, ma aperto al lavoro di chiunque. Anche vostro». Renzi avverte però che «non sono i provvedimenti di legge che creano lavoro, ma gli imprenditori. La voglia di buttarsi, di investire, di innovare. L’Italia può farcela – spiega – ma deve uscire da questa situazione di bella addormentata nel bosco. Deve rompere l’incantesimo. Per farlo c’è bisogno di una visione per i prossimi anni e di piccoli interventi per i prossimi mesi».Uno dei punti del Jobs Act di Matteo Renzi punta sulla «semplificazione delle norme». Scrive il segretario del Pd nella enews: «Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero». Per Renzi è fondamentale che ci sia una «riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile».
Rappresentanti sindacali. «Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende». È un altro dei punti del Jobs Act di Matteo Renzi.
Riduzione costo energia e Irap per aziende. «Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’Irap per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe». È un altro dei punti del sommario sul job act che prevede anche la riduzione «del 10% del costo dell’energia per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell’Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili)».
Legge elettorale. «Mi dicono: ma vedrai Berlusconi? E Grillo? E Alfano? Sono pronto a incontrare tutti, purchè si chiuda su una cosa che serva agli italiani». «Abbiamo dato una bella scossa con la prima enews dell’anno, quella del 2 gennaio scorso. Ricordate? Abbiamo messo in campo tre ipotesi di legge elettorale e chiesto a tutti di chiudere. In questo secondo appuntamento del 2014, provo a fare la sintesi del punto in cui siamo e ad anticipare i contenuti della riflessione sul lavoro di cui parliamo dalla campagna elettorale. Abbiamo offerto tre ipotesi di lavoro (rivisitazioni del sistema spagnolo, del Mattarellum, del doppio turno)», ricorda il segretario del Pd. «Gli altri partiti ne stanno discutendo. Noi aspettiamo le loro valutazioni e ci riuniamo il 16 gennaio, in direzione, per chiudere con la nostra proposta. A mio giudizio ci sono le condizioni per definire un accordo che sarebbe davvero straordinario: sistemare in un mese quello che non si è fatto negli ultimi otto anni. Incrociamo le dita e stringiamo i denti. Se devo incontrare Berlusconi, Grillo e Alfano per perdere tempo, per prendere un caffè, lo prendo con i miei amici che mi diverto di più. Se serve a chiudere sulla legge elettorale, ci siamo», sottolinea Renzi.
Basta figuracce. «Una di quelle decisioni ragionieristiche allucinanti del Governo ha tagliato agli insegnanti 150 euro al mese. Ora, a me va bene tutto. Ma le figuracce gratis anche no. Stamattina il Governo ci ha messo una pezza. Era già accaduto con le slot machines, con gli affitti d’oro, con le polemiche dell’ANCI: dobbiamo trovare un modo diverso di lavorare insieme». Scrive poi Matteo Renzi su E-news. «Non sono affezionato – prosegue Renzi – alle liturgie della prima Repubblica con gli incontri di delegazioni: mi è sufficiente che si prenda un impegno chiaro con i cittadini e si rispetti. Ho fatto tutta la campagna elettorale – aggiunge – dicendo: il problema degli insegnanti è di dignità, prima che economico. È vero, guadagnano poco. Ma soprattutto sono poco considerati. Noi cambieremo verso e recupereremo il loro ruolo coinvolgendoli in una grande campagna per la riforma scolastica».