Italicum: votata la terza fiducia

Via libera della Camera alla terza fiducia posta dal governo sull’Italicum. I sì sono stati 342, i no 15, un astenuto. Assenti le opposizioni. La decisione di non partecipare è stata presa dopo una serie di contatti tra i vari capigruppo di Fi, Lega, M5s, Fdi e Sel. Stamani l’ok alla seconda fiducia posta dal governo sulla riforma della legge elettorale con 350 sì, 193 no e un solo astenuto. Il voto finale sull’Italicum sarà lunedì in serata e potrebbe avvenire a scrutinio segreto, se Fi lo chiederà. Con i due voti odierni sull’Italicum, il governo Renzi incassa la fiducia numero 38 e 39.

Ieri la fiducia sulla riforma elettorale è stata votata con 352 sì, 207 no e un astenuto. il risultato ottenuto è uno dei più alti del governo Renzi, ma a rendere agra la giornata è stata la mancata partecipazione al voto di 38 deputati della minoranza del Pd, tra i quali spiccano big quali Enrico Letta, Pier Luigi Bersani e Rosi Bindi.

 
Se da parte della sinistra interna continuano a piovere parole di fuoco contro Matteo Renzi, la leadership del Pd sceglie di non drammatizzare, ed anzi parla di «ricucitura», tanto che anche il premier apre su una modifica della riforma costituzionale del Senato. Anche perché il voto finale sull’Italicum, probabilmente a scrutinio segreto, non lascia ancora dormire sonni tranquilli all’esecutivo.

La minoranza Dem si è spaccata verticalmente: cinquanta deputati di Area Riformista, la componente finora guidata da Roberto Speranza, ha stilato un documento pro-fiducia mentre iniziava la «chiama» in Aula. Alla fine sono stati in 38 i deputati Pd (su 310) a non votare, tra cui Bersani, Bindi, Letta, Speranza, Stefano Fassina, Gianni Cuperlo, Guglielmo Epifani, Alfredo D’Attorre e Pippo Civati. A sorpresa anche tre dell’Udc hanno fatto la stessa scelta: Nunzia De Girolamo, Angelo Cera e Giuseppe De Mita, vicesegretario del partito, che ha mandato su tutte le furie gli altri dirigenti Udc. Compatto il resto della maggioranza che ha garantito 352 sì.

Un numero che ha strappato parole di apprezzamento dalla solitamente cauta Maria Elena Boschi. «Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia – ha scritto Renzi su Twitter – La strada è ancora lunga». La reazione in casa Pd verso i dissidenti è stata all’insegna della prudenza. «Sono dispiaciuto per i colleghi che non hanno votato – ha detto il vice capogruppo vicario Ettore Rosato – ma sono sicuro che sapremo ricucire lo strappo». Il vicesegretario Lorenzo Guerini, ha escluso che si seguirà «la via disciplinare perchè non avrebbe senso». Matteo Orfini, presidente del Pd, ha definito «incomprensibile» la scelta di Bersani e Letta, e li ha invitati a ritrovare «il buon senso» e a ricucire «nei prossimi giorni».

 

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