Influenza, solo il 15% dei medici si vaccina
E’ «vergognosamente bassa» la percentuale dei medici e degli operatori sanitai che si vaccina contro l’influenza. «Non abbiamo ancora i dati di quest’anno ma, in generale, si registra solo il 15% di vaccinati, mentre dovrebbero essere il 100%, perché chi lavora nel campo della sanità ha una duplice responsabilità, nei confronti della salute dei pazienti e nei confronti del funzionamento della struttura sanitaria per cui lavora» spiega Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all’università di Firenze e coordinatore board vaccini e strategie di vaccinazione della Siti, Società italiana di igiene.
Per l’esperto «la prima responsabilità di chi lavora nel campo della sanità è la salute del paziente. Non vaccinarsi significa mettere a rischio le persone in cura affette da gravi malattie, per le quali un’influenza può rappresentare un grave pericolo. Ma c’è anche la responsabilità nei confronti dell’azienda sanitaria che, nel caso si ammalino tutti gli operatori, va in tilt e non riesce a garantire assistenza».
Il comportamento poco saggio dei camici bianchi «ha diverse motivazioni» dice l’esperto. «Da un lato c’è sicuramente una sorta di sopravvalutazione della propria forza, ci si sente inattacabili magari perché non si ha mai avuto l’influenza. Il problema però è il rischio che si fa correre agli altri. Non mancano poi i creduloni che si fanno convincere da teorie antiscientiste».
Non a caso, su questo argomento, il dibattito è «molto forte soprattutto negli Usa dove – continua Bonanni – si sono ipotizzate anche forme di sanzioni per chi non si vacina. Senza arrivare a questo, penso che vadano messe in campo tutte le forme di incentivazione della vaccinazione tra medici e operatori sanitari. L’esempio è importantissimo»