Il Presidente Napolitano commemora le vittime delle foibe
Cerimonia di commemorazione del ‘Giorno del ricordo’, solennità nazionale e civile istituita nel 2004, in memoriadelle vittime delle foibe nell’aula di palazzo Madama, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Presenti in sala oltre a Napolitano e al Presidente del Senato Pietro Grasso, la presidente della Camera Laura Boldrini, il presidente del Consiglio Enrico Letta, il presidente della Corte Costituzionale Gaetano Silvestri.
«Con intensa e profonda commozione sono oggi qui, insieme a voi, per ricordare una delle pagine più tristi che il nostro Paese, il nostro popolo ha vissuto: la tragedia della guerra, delle foibe, dell’esodo». Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso nell’esordio del suo intervento in aula a palazzo Madama in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo. Grasso ha ricordato che «dieci anni fa il Parlamento italiano ha consacrato la data di oggi, anniversario della firma del Trattato di pace tra l’Italia e le Potenze Alleate nel 1947, quale ”Giorno del Ricordo”. Da allora questa giornata è dedicata alla memoria di migliaia di italiani dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia che, al termine del secondo conflitto mondiale, subirono indicibili violenze trovando, in molti, una morte atroce nelle foibe del Carso. Quanti riuscirono a sfuggire allo sterminio furono costretti all’esilio. L’occupazione jugoslava -ha affermato Grasso- che a Trieste durò quarantacinque giorni, fu causa non solo del fenomeno delle foibe ma anche delle deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi di popolazioni inermi. In Istria, a Fiume e in Dalmazia, la repressione Jugoslava costrinse molte persone ad abbandonare le loro case. La popolazione italiana che apparteneva a quella regione fu quasi cancellata e di quell’orrore, per troppo tempo, non si è mantenuto il doveroso ricordo. Non possiamo dimenticare e cancellare nulla; non le sofferenze inflitte alle minoranze negli anni del fascismo e della guerra, né quelle inflitte a migliaia e migliaia di italiani. È un dovere nei confronti dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime che sono oggi con noi e dei rappresentanti delle Associazioni che coltivano la memoria di quella tragedia. Facciamo tesoro del passato per costruire un futuro dove la violenza, l’odio, siano solo un doloroso ricordo. Lo dobbiamo a noi stessi, ma soprattutto ai giovani verso i quali abbiamo il compito di trasmettere la conoscenza della storia»