Il ministro Zanonato propone giù l’Imu per la prima casa
«Evitare l’incremento dell’Iva e intervenire per ridurre l’Imu sulla prima casa delle famiglie e sugli immobili strumentali delle aziende su capannoni, negozi e terreni, sono tappe definite che rientrano negli impegni – che vogliamo rispettare pienamente – presi dal governo quando si è insediato». A dirlo, all’assemblea degli industriali di Torino, è il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato che, sottolineati «i primi segnali incoraggianti per il Paese» afferma la necessità di «superare la cultura del rigore quando non è associata ad altro». L’intervento del ministro, che pure parla di riduzione e non di abolizione tout court dell’Imu, appare orientato ad allentare le tensioni che sono andate crescendo all’interno della maggioranza. Nel mirino del Pdl, nei giorni scorsi, era soprattutto Fabrizio Saccomanni, ma ieri lo stesso Pdl era sembrato frenare con gli attacchi al ministro dell’Economia, tant’è che Fabrizio Cicchitto dichiarava che «alla gente interessa la battaglia sui contenuti, non quella sui nomi. Interessa l’abolizione dell’Imu non l’abolizione di Saccomanni». E poi, aggiungeva l’ex capogruppo azzurro, «aprire una crisi oggi sarebbe un’autentica follia».
Tuttavia, un altro fronte il Pdl sembra averlo aperto contro il vice di Saccomanni a via XX Settembre, Stefano Fassina, reo di avere in un’intervista parlato di «attacchi indecenti» portati da esponenti berlusconiani al titolare del suo ministero per «far dimenticare agli italiani i loro errori del passato». Contro l’economista democrat che, tra l’altro, aveva accennato all’inevitabilità di raggiungere «un compromesso» tra le posizioni in campo sull’Imu, si sono scatenati alcuni grossi calibri azzurri. «Faccio notare all’ineffabile Fassina – dice Renato Brunetta – che gli insulti non si addicono al ruolo che ricopre. Se vuole lasciarsi andare a prese di posizione di parte, si dimetta e torni a fare il responsabile economico del Pd». A ventilare le dimissioni del viceministro dell’Economia è anche la senatrice Anna Maria Bernini, ma l’attacco più virulento a Fassina viene da Maurizio Gasparri che afferma di non tifare per la caduta di questo governo, «nonostante mi pare – dice il vicepresidente del Senato – che in ruoli marginali ne facciano parte perfino nullità comuniste di seconda fila». Gasparri chiede poi al governo «più coraggio e meno camerieri del Fmi», consigliando ad «altri ministri rampanti di cambiare toni su Imu e Iva, perché la prima va tolta su tutte le prime case e la seconda non va aumentata». A Gasparri replica il capogruppo pd al Senato, Luigi Zanda: «Ogni giorno Maurizio Gasparri e altri pezzi dello stato maggiore del Pdl alzano il tiro. Al bombardamento senza motivo su Saccomanni si sono aggiunti attacchi altrettanto ingiustificati a quella che, secondo loro, sarebbero “seconde file” governative. Questo susseguirsi di fibrillazioni è esattamente l’opposto dello spirito di cui ha bisogno una coalizione di partiti molto diversi tra loro».