Il ministro Cancellieri lancia l’allarme: 9 milioni di processi in pendenza

Il ministro Anna Maria Cancellieri lancia l’allarme sulla giustizia in Italia. «Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale». Il guardasigilli nella “Relazione sull’amministrazione della Giustizia per l’anno 2013” ha aggiunto: «L’attuale condizione di difficoltà in cui versa il sistema giudiziario non deve far prevalere l’erronea convinzione che le cose non possano migliorare, né costituire un alibi per l’immobilismo. Tutti possiamo contribuire a far sì che l’ottimismo della volontà prevalga sul pessimismo della ragione».

Sono «assai incoraggianti» i primi risultati dell’applicazione del decreto sulle carceri, ha detto ancora Cancellieri. «Al Parlamento resta la responsabilità di scegliere se ricorrere a quegli strumenti straordinari evocati dal Presidente della Repubblica e che certamente ci consentirebbero di rispondere in tempi certi e celeri alle sollecitazioni del Consiglio d’Europa», ha quindi affermato il ministro della Giustizia parlando di amnistia e indulto.

«Al 9 gennaio 2014 i detenuti in carcere erano 62.326 (59.644 uomini e 2.682 donne), in progressivo
decremento rispetto alla precedente rilevazione del 4 dicembre 2013 quando il numero era di 64.056 detenuti», ha spiegato ancora il ministro.

«Il sistema continua ad essere in sofferenza – ha aggiunto il guardasigilli – nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana che l’ultimo rapporto della Commissione europea per l’efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività».

«Il 2013 ha visto il Ministero della giustizia impegnato a fondo su alcuni temi fondamentali nei più delicati settori di competenza, tutti connotati da una situazione prossima all’emergenza e tutti essenziali per la corretta tutela dei diritti, soprattutto delle persone più vulnerabili», ha poi sostenuto Cancellieri.

«Il sistema è in sofferenza nonostante la risposta offerta dalla magistratura italiana che l’ultimo rapporto della Commissione Ue per l’efficienza della giustizia colloca ai primi posti in termini di produttività», ha insistito il ministro, ricordando che «aumentano carichi di lavoro e spazio di azione dei magistrati: da qui traggono origine insoddisfazioni per le lentezze dei giudizi e timori che la sovraesposizione della Magistratura possa alterare il delicato equilibrio tra i poteri dello Stato».

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *