Il Governo verso la fiducia
«Nessuno ha la bacchetta magica ma c’è un’inversione di tendenza e porterà alla crescita». Il premier Enrico Letta difende la sua prima legge di Stabilità che entra nella fase conclusiva. Dopo la prima giornata di discussione alla camera, in queste ore il governo (che si trova di fronte a 800 emendamenti) dovrebbe chiedere il voto di fiducia e il parere dell’aula sul provvedimento slitterebbe così a sabato, con il trasferimento al Senato per il via libera definitivo lunedì 23 dicembre. Il testo finale sarà quello approvato dalla commissione bilancio. A partire dalla nuova versione della web tax, alleggerita dopo che il neo segretario del Pd Matteo Renzi aveva manifestato perplessità per il fatto che nella costruzione dell’imposta era previsto l’obbligo, per tutte le imprese compresi colossi del calibro di Google o Amazon, di aprire una partita Iva italiana.
Nella nuova formulazione l’obbligo resta solo per chi usufruisce di spazi pubblicitari (riducendo in questo modo il prelievo fiscale), mentre restano le tutele del diritto d’autore e le norme sulla tracciabilità. Il testo che uscirà da Montecitorio prevede anche la nascita del nuovo fondo per la riduzione del cuneo fiscale alimentato con le risorse della spending review e della lotta all’evasione. La norma è stata però modificata. Infatti la platea dei beneficiari è stata estesa, oltre che a lavoratori e imprese, anche a pensionati, artigiani e professionisti. Le risorse che confluiranno nel fondo saranno quelle che avanzeranno dopo aver assicurato gli obiettivi del rigore dei conti e la copertura delle spese inderogabili.
Quest’ultima novità ha contrariato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo il quale le risorse per la riduzione del cuneo sono «assolutamente insufficienti». Tra le novità l’abbandono del progetto di rivedere la Tobin Tax, mentre esce dalla legge di Stabilità e slitta ad un futuro provvedimento la sanatoria per il rientro dei capitali dall’estero. Esordisce il divieto di anatocismo bancario, vale a dire l’applicazione degli interessi sugli interessi. Gli interessi periodicamente “capitalizzati” – si legge nella misura voluta dal Pd – non potranno produrre interessi ulteriori che, nelle successive operazioni di capitalizzazione, andranno invece calcolati esclusivamente sul capitale. Feroci polemiche politiche ha scatenato l’approvazione di un emendamento che prevede l’esclusione, per le centrali termoelettriche sopra i 300 MW, di pagare ai comuni gli oneri di urbanizzazione.
LA POLEMICA
Movimento 5 Stelle e Forza Italia, considerano l’intervento un regalo del governo per favorire Sorgenia del Gruppo Cir di De Benedetti. Renato Brunetta ha parlato di “intervento clientelare” provocando la replica di Sorgenia che si è difesa affermando che «la misura interessa tutto il settore». Confermato lo slittamento dal 16 al 24 gennaio del pagamento della cosiddetta mini-Imu. Quanto alla Tasi, in commissione si è tornati alla versione votata al Senato: via il tetto all’1 per mille del valore catastale per l’imposizione sull’abitazione principale, resta il limite al 2,5 per mille come per la seconda casa. A questo proposito, il Tesoro ha smentito che la nuova imposta sarà più gravosa dell’Imu. Il gettito complessivo dell’Imu era di 3,8 miliardi, mentre il prelievo Tasi, si stima, sarà di 2. Via liberaall’emendamento che introduce un tetto di 300 mila euro al cumulo tra redditi da pensione e da lavoro per i dipendenti pubblici. E con 950 milioni spalmati tra il 2014 e il 2020 vengono coperti altri 17 mila esodati. Disco verde anche per la sanatoria agevolata per la rottamazione delle cartelle esattoriali di Equitalia emesse fino al 31 ottobre 2013.