I Renziani incalzano il governo Letta: occorre un cambio di passo
«Questo Pd, con le grandi speranze che suscita; l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità, non possono permettersi questo Governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto: o si cambia radicalmente o si muore». Così Davide Faraone, deputato renziano del Pd e responsabile Immigrazione del partito avverte il premier Enrico Letta.
«Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione; al Governo e in Parlamento, con il suo “bicameralismo perfetto” (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto. Così non va», scrive ancora Faraone sulla sua pagina Facebook.
«Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte. Non elencherò gli errori del passato, ma se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale», prosegue il responsabile il deputato renziano.
«Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette – prosegue Faraone -. E poi sul mille proroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono. Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord. E poi i soldi Ue parcellizzati per il sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli. O ancora le deroghe al patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività».