I comitati civici contro Sarro: il consiglio di stato non legittima gli aumenti
Nola – E’ ancora polemica sull’aumento delle tariffe determinate dall’Ente d’Ambito Ato3 in cui è compresa anche l’ area nolana. Ormai siamo di fronte ad una vera e propria battaglia legale portata dinanzi ai tribunali amministrativi. Dopo l’impugnazione da parte dei comitati civici al Tar all’ aumento delle tariffe in relazione al servizio di fornitura idrica operato dall’Ente d’Ambito, il Tribunale amministrativo in prima istanza aveva giudicato illegittimo il provvedimento. Nei giorni scorsi invece la pronuncia del Consiglio di Stato ha ribaltato la questione, smentendo il Tar.. A tal proposito i comitati per l’acqua pubblica apprendono con grande meraviglia e vivo stupore le affermazioni del sen. Sarro, Presidente dell’Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, secondo cui l’ordinanza n. 2499/2012 del Consiglio di Stato confermerebbe la legittimità della delibera di aumento tariffario disposto da lui stesso e dai sindaci in favore di GORI spa.Il sen. Sarro, avvocato e docente universitario di diritto amministrativo, non può non sapere che il Consiglio di Stato ha rimandato al 18 dicembre 2012 l’esame della questione affermando che “l’importanza della controversia e la complessità delle questioni da affrontare impongano l’approfondimento proprio dell’esame nel merito della controversia”. La sospensione della sentenza di primo grado e il ripristino temporaneo dell’aumento tariffario bocciato dal TAR è stato disposto esclusivamente sulla base del rischio insolvenza della GORI spa dando “prevalenza al danno grave ed irreparabile dedotto dalle appellanti (GORI e Ente d’Ambito) in quanto l’importanza delle somme controverse certamente incide sulla funzionalità del servizio”.
Piuttosto che continuare a difendere una gestione del servizio idrico integrato portata avanti fuori da ogni regola e al di là di ogni controllo, il sen. Sarro dovrebbe cominciare a svolgere più incisivamente le sue funzioni di controllore della GORI spa, magari predisponendo una programmazione (Piano d’Ambito) di cui l’Ente d’Ambito, dopo 10 anni, è tuttora sprovvisto e magari chiedendo alla GORI di consegnare la rendicontazione analitica per centri di costo necessaria per varare qualsiasi tariffa, obbligo cui la GORI spa in 10 anni di gestione non ha mai adempiuto. La gestione fallimentare, inefficiente e “fuori legge” della GORI spa consiglierebbe ben altra linea di condotta a coloro cui spettano il compito di controllori, a partire dal Presidente Sarro per arrivare a tutti i sindaci coinvolti. E’ ora che gli enti locali riprendano nelle proprie mani la gestione del servizio idrico integrato dando attuazione alla volontà popolare espressa con il referendum, liquidando la GORI spa e mandando a casa il socio privato ACEA spa che ha dato prova di assoluta inaffidabilità e inefficienza. Ma qualora i nostri amministratori continuassero a difendere l’indifendibile, allora saranno i cittadini e i comitati a fare quello che una classe politica connivente e codarda non ha il coraggio di fare. A partire dal giudizio sull’aumento tariffario. Riteniamo che il 18 dicembre i giudici del Consiglio di Stato sapranno prendere una decisione autenticamente giusta e liberatoria per i cittadini vessati e per questo ribadiamo ai sindaci che i debiti della GORI non li paghiamo e devono essere posti a carico degli amministratori privati e pubblici che li hanno creati e/o autorizzati.