Grillo dal terzo “V day” a Genova attacca il presidente Napolitano
Contro Napolitano e contro la politica. È un “populista arrabbiato” il Beppe Grillo che sale sul palco del terzo V-day 2013 a Genova per annunciare la volontà di un referendum sull’Euro e per profetizzare una vittoria alle prossime elezioni europee. Il leader del Movimento 5 Stelle vuole il reddito di cittadinanza e grida contro le aziende italiane svendute come Telecom. Sul palco salgono poi un esponente di Occupy Wall Street, il professor Paul Connet, Gianroberto Casaleggio (“La partitocrazia deve finire”) e Dario Fo con la sua ‘lectio sulla cultura’.
“Sandro Pertini verrebbe qui a parlare con noi”. “Siamo in un piazza che si chiama Vittoria. Non è un caso”. Beppe Grillo inizia così il suo intervento al V-day. Il comico genovese ricorda l’ex presidente della Repubblica Sandro Pertini ”è stato l’ultimo a parlare qui in piazza della Vittoria a Genova. Se fosse vivo verrebbe qui a parlare anche lui. Pertini parlò qui contro il governo Tambroni … Sono fiero di essere un populista insieme a voi. Siamo populisti arrabbiati“.
“Non esiste che ci siano 8 milioni di poveri”. Il leader del Movimento 5 Stelle ricorda che quella piazza, che contiene 35mila persone, è stata riempita di più solo da Papa Ratzinger: “Unamministratore delegato tedesco che se ne va dal Vaticano e arriva un prete. Così noi abbiamo disintegrato la finta sacralità del Parlamento … Deve partire da qui la più grande straordinaria rivoluzione della storia. Siamo oltre, dobbiamo andare oltre. Non siamo più un sogno, scopriamo un mondo diverso che parla di solidarietà. Un mondo fatto di redditto di cittadinanza. Non esiste che ci siano 8 milioni di poveri. Ai partiti daremo estrema unzione”. “Da qui deve partire una rivoluzione culturale e politica. Qui a Genova abbiamo inventato tutto. Tutti a casa i politici? Il problema è che son pieni di case. I sindacati sono esattamente come i partiti, bisogna andare oltre”.
“Napolitano via. Rimarrai da solo a tradire l’Italia”. Contro il presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano gli strali più forti: “Non ti vogliamo, abbiamo preparato l’impeachment” urla Grillo che ricorda il caso delle intercettazione con Mancino, distrutte su ordine della Consulta. Il leader del M5S critica il ruolo del capo dello Stato nella formazione del governo. “Si sono messi in tre a fare un governo in una notte, abbiamo pronto l’impeachment per Napolitano, se ne deve andare. Rimarrai da solo, la tradirai da solo l’Italia. Dobbiamo rifarlo questo paese“.
Referendum per votare se rimanere dentro l’Euro. Grillo ritorna sui temi cari al suo pensiero: “Vogliamo un referendum per votare se rimanere dentro l’Euro. Perché ci hanno truffato, ci siamo trovati dentro l’euro senza poter dire nulla. Io non sono contro l’Europa. Ma voglio che il popolo sia informato. Vogliamo gli eurobond, ma non accetterà nessuno”. E poi il leader ringrazia gli eletti: “Ringrazio i parlamentari del Movimento per tutto quello che fanno, ormai mi hanno superato. Io non ho più l’età. Abbiamo mandato in Parlamento donne senza silicone o culi di plastica, donne che lavorano, che sanno cosa vuol dire lavorare”.
“Metteremo un dazio sui nostri prodotti”. Sull’economia Grillo ricorda le molte aziende che non sono più italiane e che sono “state svendute”. “Le multinazionali comprano,accorpano, licenziano e fanno profitti, lasciando cadaveri. Fanno i profitti con i licenziamenti, vi rendete conto ?Le prime aziende del mondo sono quelle della telecomunicazioni e noi ci siamo svenduti la migliore che avevamo, Telecom. L’hanno comprata, svuotata, ridotta a un cadavere e svenduta. La Telecom è stata svenduta da tre banche in una notte, ora gli spagnoli la spolperanno e lasceranno un cadavere” dice in merito all’operazione di Telefonica. E poi la promessa: “Metteremo di nuovo un dazio sui nostri prodotti, voglio tutelare i nostri prodotti. I cinesi importano in Europa 300 miliardi di prodotti”.
“Il Papa ci ha copia, il Papa è grillino”. “Bisogna andare oltre al dilettantismo politico e a questa falsità. Abbiamo perso la sovranità anche sui nostri figli che sono costretti ad andarsene – dice Grillo che propone anche l’abolizione delle regioni -. Ma a loro dico che non devono andarsene, a loro dico dovete rimanere qui e cospirare. Ci siamo persi tutto, anche la solidarietà dei nostri figli. Non voglio un Paese che fa emigrare i giovani, i nostri figli non devono emigrare. Voglio un Paese che fa restare i nostri figli in Italia” grida Grillo alla piazza. E poi ricorda: “Siamo nati il 4 ottobre il giorno di San Francesco. Il Papa ci ha un po’ copiato, siamo arrivati prima di Papa Francesco. Il Papa è grillino“.
Anche la legge elettorale è un tema dell’intervento del comico genovese: “Questi politici sono mentitori, ci dicono che siamo per il Porcellum quando abbiamo raccolto migliaia di forme contro. Ma toglieremo loro la linfa, se vorranno fare politica dovranno fare come noi che non abbiamo sponsor del cazzo, né soldi pubblici ma abbiamo raccolto 200 mila euro di donazioni per organizzare questa giornata”.
“Le cose possono cambiare guardate Assange”. Grillo ha poi ricordato la vicenda Wikileaks e il ruolo di Julian Assange che da solo è riuscito a portare una rivoluzione nel mondo dell’informazione: “Assange doveva essere qui con noi, inviando un videomessaggio, ma lo hanno sconsigliato. Lui è uno che rischia la pena di morte negli Stati Uniti”. “Le cose si possono cambiare credetemi. Assange ha mandato migliaia di file alla magistratura spagnola con intercettazioni in cui si parla di azzerare le economie del Sud America, voci imbarazzanti per i gestori del sistema economico occidentale, e anche questo sta facendo cambiare molte cose. Anche a seguito di molte rivelazioni – ha detto Grillo – il presidente dell’Ecuador, che non poteva pagare il debito, ha fatto uno storico intervento in Parlamento dicendo all’Fmi che questo debito è immorale e noi lo avrebbero pagato. Ha usato la parola immorale. Allora il Fondo Monetario Internazionale gli ha detto che deve uscire dall’Onu e dalle altre organizzazioni, gli ha detto che non saranno più aiutati. A quel punto è successa una cosa meravigliosa: l’Argentina ha detto all’Ecuador che se vi tolgono i viveri vi diamo la carne gratis, il Venezuela ha offerto il petrolio, il Brasile la frutta gratis e la Colombia 1 miliardo a costo zero. Ma queste cose in Italia non vengono fuori dai giornali e dai politici. Loro parlano delle cose loro”. Poi il leader del M5S si è scagliato con i media: “Titolano treno deraglia nel Bronx, questi giornali vanno chiusi per sempre”. I siti di alcuni dei principali quotidiani italiani danno in apertura di pagina il deragliamento di un treno nel Bronx.
Casaleggio: “Sono un populista e sono orgoglioso. Potere deve tornare al popolo”. Sul palco è salito anche Casaleggio. “Il potere deve tornare al popolo, le istituzioni devono servire il popolo e non possono essere al di sopra del popolo. La democrazia deve essere diretta però in questo mondo non c’è neppure la democrazia, è inesistente. Noi stiamo parlando di un paese – dice Casaleggio – in cui referendum non vengono accolti ma deviati; abbiamo leggi popolari che non vengono discusse in parlamento e non possiamo decidere con deputati e senatori. La partitocrazia deve finire con nuovi strumenti di partecipazione popolare: democrazia diretta e referendum; non sol abrogativi ma propositivi e avere possibilità di discutere leggi con i nostri parlamentari. Vi lascio con farse di Marco Aurelio che mi piace molto: ‘Ciò che non è utile per l’alveare non lo è neppure con l’ape… In alto i cuori”.
“Fai presto a parlare con il tuo impero finanziario” ha scherzato Grillo che poi ha aggiunto: “Da quando faccio politica il mio 730 è zero”. “I senatori a vita vanno aboliti. Gli si dà una targa e basta. Siamo il primo Movimento in Italia e lo saremo in Europa”. Su Twitter il leader del M5S annuncia: “Siamo 200mila”.
Grillo: “Napolitano è andato fuori dalla Costituzione 3-4 volte”. Ai microfoni del TgLa7 Grillo ha confermato la notizia della richiesta di impeachment: “Assolutamente sì, ci saranno passaggi formali in Parlamento per la messa in stato di accusa di questo signore, sicuramente non lo voteranno, lo bocceranno ma noi lo presenteremo, perché ha una valenza politica per noi: noi vogliamo mandarlo via. Mi vedi tentennare? – chiede Grillo a Enrico Mentana – . Questo signore è andato fuori dalla Costituzione 3-4 volte e diventa ogni tanto il Presidente del Consiglio, si riunisce di notte per fare le larghe intese, si raddoppia la carriera quando non era assolutamente menzionata in Costituzione, fa dei gruppi con la maggioranza e poi ci invita il giorno dopo: sono comportamenti che non hanno niente a che vedere con un presidente della Repubblica. Lui è presidente delle larghe gambe che ormai sono diventate larghe intese”. A chiudere la manifestazione Dario Fo: “Sono felice di essere qui. Scusate se porto il colbacco”. Un breve ‘duetto’ tra il premio Nobel Dario Fo e Grillo ha introdotto la ‘lectio sulla cultura‘: “Guarda Dario quanti sono, son quasi tutti i genovesi… sono sulle spese”. “Li ho visti e sono tanti, tantissimi”.
Dario Fo: “Alla cultura nominati sempre incapaci”. Il debito maturato con la frode dei derivati e dei titoli spazzatura “continuano a pagarlo i disoccupati, le donne e i giovani. Una rapina portata a buon fine non per salvare il paese ma per salvare le banche e le multinazionali” dice l’attore. ”Il paradiso è per i manigoldi e i potenti” e “sono convinto che tra un po’ lo dirà anche Papa Francesco”. Per il premio Nobel i responsabili culturali dei vari governi che si sono succeduti alla guida dell’Italia “sempre meno hanno ritenuto importante investire in sapere. Infatti quando un governo deve nominare un ministro alla cultura sceglie sempre un incapace, personaggi di scarto che non si saprebbe dove mettere. A questo proposito – ha detto Fo – ricordo un nostro ministro all’Economia, un certo Tremonti, che con prosopopea disse che con la cultura non si mangia. Una imbecillità galattica”.