Grande successo della commedia di Thomas Mugnano “Quell’assordante Urlo nel Silenzio” messa in scena da “I Matt…Attori” al teatro “Umberto” di Nola

“Rieccomi qua! Sono venuto a vedere lo strano effetto che fa … “Quell’assordante Urlo nel Silenzio”, l’ultima commedia in due atti di Thomas Mugnano, che ne è anche regista e tra i principali interpreti, il 5 e 6 aprile, ore 21.00, al teatro “Umberto” di Nola”

 

A portarla in scena “I Matt…Attori”, compagnia teatrale fondata dalla stesso autore di Roccarainola, già lo scorso mese al teatro/auditorium di Saviano, in tre serate che hanno fatto registrare l’en plein di spettatori, e adesso anche nella città dei “Gigli”.

 

Ed ancora una volta, la nuova opera targata 2014, testimonia l’impegno socio/culturale, ma anche a carattere intimistico del suo artefice, che attinge da fonti letterarie, prim’ancora che dalla realtà quotidiana, descritta a volte in tutta la sua drammaticità, altre con esilaranti sketch che opportunamente e senza il timore di risultare invadenti, integrano tematiche scottanti, come l’ultima, riferita all’interruzione volontaria di gravidanza: quell’aborto provocato che, secondo l’autore, crea due vittime: il feto che viene annientato e  la madre, il cui strazio, il cui pentimento, l’accompagnerà per il resto dei suoi giorni.

 

Nel caso le ‘vittime’ sono due giovani di diversa estrazione sociale, indotti dal patrigno schiavo di ancestrali convenzioni sociali, a liberarsi del ‘fastidioso fardello’, vincendo le titubanze e le contrarietà di chi, invece, consigliava di portare a termine la benché non preventivata gravidanza.

 

Ed è questo il primo messaggio che Thomas invia al suo pubblico che cresce di volta in volta: quello della differenza di classe, che ancora oggi fa vittime più numerose di una guerra, solo perché a volte l’Amore, quello con la “A” maiuscola, alberga in cuori – e corpi! – di persone che hanno la sola colpa di essere chi ricche, chi povere!

 

Ma “Quell’assordante Urlo nel Silenzio”, è stato confezionato dall’autore attingendo da un “Ermetismo” nemmeno tanto difficile a decifrarsi grazie alla perspicacia del Mugnano, con  Ungaretti in prima fila, la cui espressione “La morte si sconta vivendo”, calza a pennello nell’intero contesto teatrale.

 

E non solo, perché il nostro commediografo non ha rinunciato ad aspetti fantastico/surreali nella stesura dell’angosciosa quanto commovente vicenda, con l’inserimento di scenografie originali accompagnate alla perfezione da una colonna sonora che si sposa ad hoc con le variegate questioni della narrazione, in quello studio di avvocati,  da considerarsi alla stregua di un confessionale, con contraddizioni all’ordine del giorno e circostanze sempre più poliedriche.

 

E a vestire il “saio” è quel Thomas che sfoggia una comicità affidata a divertenti “gag” tra clienti e ‘abitanti’ dell’ufficio legale, impertinente servetta compresa, che denotano il superamento di schemi pre-confezionati delle precedenti opere, in momenti di arguzia umoristica consegnata all’esperienza di attori meno giovani e di altri alle prime armi, ma che promettono bene, non solo in prospettiva futura, poiché, le nozioni loro impartite, già danno soddisfacenti frutti.

 

Ma, tra queste tematiche già così contrastanti tra loro, si fa strada uno scroscio di poesia che, soprattutto nei momenti in cui il feto si rivolge alla madre, assume carattere di un lirismo coinvolgente, rivelando l’altra grande passione di Thomas Mugnano: i componimenti in versi che, in più occasioni gli hanno permesso di conseguire significativi premi letterari, e ad indurre lui stesso ad organizzare un concorso nazionale di poesia, quest’anno alla terza edizione.

 

Niente di che se l’episodio non servisse a spiegare, e quindi accrescere, la portata artistica e culturale del “Matt…Attore” sovrano, che oramai spazia a suo agio nelle più intriganti ed attuali trattazioni contemporanee.

 

E non si contenta di gettare il sasso e nascondere la mano, poiché la “morale”, il messaggio che lui lancia, sa di vendetta verso chi interpreta la vita in modo disgustoso e disumano in nome di subdole leggi mai scritte, ma imposte in modo ipocrita e bigotto a chi non ha tanti mezzi di difesa.

 

E ammonisce figurando che il destino ricambia pan per focaccia delle malefatte o degli “abusi di potere”, anche nell’ambito del nucleo familiare, riferendo che la sorte – tempo al tempo! – paga con stessa moneta. Ovvero, nel nostro caso, quando la stessa giovane madre rimane incinta di un fidanzato “gradito” al patrigno, si scopre che l’embrione presenta evidenti malformazioni. Cioè a dire che chi la fa, in un modo o nell’altro, l’aspetti.

 

E quale punizione peggiore per il potente “legislatore familiare” poteva essere se non la cocciutaggine della figlia a non ripetere lo stesso sbaglio … e intenzionata a partorire il figlio, anche se destinato a vivere una vita da “diversamente abile”, altro tema caro al Thomas ed ampiamente trattato in una precedente sua opera.  

 

E allora? Lo stillicidio di esistenze al margine, siano esse riferite ai mali sociali che al gesto riparatorio per una “capa spaccata”, – come si diceva anni fa! – ovvero alla perdita di verginità di donzelle che nel mal torto scoprono l’innegabile piacere, invita ad una maggiore ampiezza di vedute, per attutire gli urti della vita che a volte giungono tra capo e collo … e che noi, coi nostri comportamenti, non facciamo altro che complicarne il corso.     

Chi vuol capire, capisca …  

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