Governo: pronto il decreto per cancellare l’Imu

La seconda rata dell’Imu sulle prime case, quella che scade il 16 dicembre, non si pagherà. Il governo ha messo a punto il decreto legge per cancellare definitivamente il balzello. Il provvedimento sarà messo all’ordine del giorno del consiglio dei ministri di questa settimana e che potrebbe tenersi già domani o mercoledì. Il provvedimento del governo dovrebbe stanziare circa 2 miliardi di euro. Una somma sufficiente ad azzerare il pagamento della rata dell’Imu su tutte le abitazioni principali escluse quelle di lusso. Resteranno fuori invece, i terreni agricoli ed i fabbricati rurali che dunque dovranno versare il balzello di dicembre.

Cancellare l’Imu anche per queste categorie, sarebbe costato al governo altri 400 milioni di euro circa. Soldi difficili da trovare a poche settimane dalla fine dell’anno. Il governo dovrebbe trasferire questi due miliardi ai Comuni in tempo per la predisposizione dei bilanci (la scadenza è il 30 novembre). Ma per i sindaci si profila una brutta notizia. I Municipi che hanno già aumentato l’aliquota dell’Imu (come per esempio Milano e Napoli che l’hanno portata al massimo) si vedranno retrocedere un gettito ad aliquota standard. Anche in questo caso la scelta del governo serve a far risparmiare alle casse pubbliche circa 500 milioni di euro.

LE COPERTURE
Per finanziare i 2 miliardi di euro necessari all’abolizione della seconda rata, il governo aumenterà gli acconti fiscali per le banche e le assicurazioni, che dovrebbero salire fino al 116%.
In cambio dello sforzo fiscale, tuttavia, nel decreto sarà inserita una norma che permetterà agli istituti di credito di contabilizzare già nei bilanci del 2013 gli effetti della rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. A fronte della rivalutazione, le banche pagheranno un’imposta del 16%. Considerando che il valore delle quote, secondo il parere tecnico dei saggi di Bankitalia, oscilla tra 5 e 7,5 miliardi, l’incasso per lo Stato dovrebbe al massimo superare di poco il miliardo.

Nel decreto dovrebbe essere anche inserito un tetto alla partecipazione azionaria nel capitale della banca centrale. Non solo. Secondo fonti vicine al dossier gli istituti di credito sarebbero anche avvantaggiati dalla normativa sul rientro dei capitali dall’estero, quelli che dovrebbero emergere grazie alle norme a cui sta lavorando il Tesoro per favorire il ritorno in patria soprattutto dei soldi nascosti nei forzieri delle banche svizzere. Tutta l’operazione, infatti, verrà gestita tramite gli istituti di credito italiani. Al dossier sta lavorando Vieri Ceriani, ex sottosegretario di Stato nel governo Monti e adesso nello staff del ministro Fabrizio Saccomanni che il 28 novembre incontrerà una delegazione elvetica.

Nel decreto legge, infine, potrebbe essere inserito il rifinanziamento per 330 milioni di euro della Cassa integrazione in deroga relativa al 2013, oltre alle norme necessarie a coprire il mancato gettito legato alla sanatoria delle slot machine usata per abolire la prima rata dell’Imu.

 

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