Gigli, Tino Simonetti canta senza microfono: un ritorno ai tempi di “Zio Tanino”
Nola – Un segnale forte a sostegno della tradizione, una risposta significativa alle sollecitazione del neo direttore artistico della Fondazione Festa dei Gigli, Roberto De Simone. Ha suscitato una forte emozione l’esecuzione di Tino Simonetti, cantante di lungo corso della kermesse, che all’uscita dello stendardo del Calzolaio, nell’ambito del rito dello scambio della bandiera, ha intonato, senza microfono, una canzone degli anni cinquanta che all’epoca fu eseguita dal mitico Tanino Tortora. Un’ esecuzione che ha portato tutti indietro nel tempo, quando si cantava a voce piena senza amplificazione.
Ad accompagnarlo, la divisione musicale di Pino Cesarano che ricostruito sapientemente un’ ambientazione musicale tipica di quegli anni d’oro per la Festa. Ed il pubblico presente ha testimoniato il proprio gradimento nel ritrovare sonorità ormai perdute. Un segnale, dunque, per evidenziare che anche i musicisti ed i cantanti dei Gigli, sono pronti a raccogliere la sfida della tutela musicale della tradizione. Un tema questo lanciato sin dal proprio insediamento alla direzione artistica della Fondazione da parte del maestro De Simone. Una questione che sarà sviluppata sicuramente nei prossimi mesi anche in considerazione del sigillo Unesco che dovrebbe giungere il prossimo mese di dicembre.
“E’ stato un modo per affermare che noi ci siamo – dichiara Tino Simonetti – noi siamo i primi a volere una tutela di quelle che sono le caratteristiche peculiare del canto nolano. Proprio per questo desideriamo al più presto che si apra un confronto su questo fondamentale tema per la Festa dei Gigli, per fornire in questo modo il nostro contributo di idee e di proposte”.
Per la Festa dei Gigli si apre una nuova era. Il maestro De Simone, così come del resto ha già fatto intendere nel recente passato, ha le idee ben chiare. Il futuro della Festa passa in buona parte ad un ritorno al suo passato, ai suoi originari tratti distintivi. Il punto di “incontro – scontro”, tra sensibilità, ma anche generazioni diverse, è senza dubbio costituito dalla musica. “Tradizionalisti” contro “progressisti”: potrebbe essere questo lo schema dialettico che potrebbe caratterizzare il dibattito dei prossimi mesi.
Regolare i decibel, impianti tecnologicamente avanzati, testi e musiche di qualità. Sono queste le sfide per il prossimo anno. Al centro della questione, in primo luogo, i suoni eccessivamente assordanti. Sarà da qui che bisognerà partire. Il passaggio delle macchine da Festa, infatti, da diversi anni a questa parte è caratterizzato da una musica talmente alta da costringere non di rado le persone ad allontanarsi dagli obelischi.
Secondo alcuni De Simone potrebbe riaprire il tema del ritorno degli strumenti a fiati, la classica fanfara, escludendo in questo modo gli strumenti elettronici dalla “tavola portamusica” dei Gigli. Ma i “progressisti” della Festa già replicano “Di certo la cacofonia non è colpa degli strumenti”. Per questi ultimi, infatti, bisogna anche considerare quelle che sono le sensibilità musicali contemporanee. Proporre sonorità di natura bandistica, tipiche della musica nolana dei decenni addietro, potrebbe anche creare una frattura con i giovani ed i giovanissimi che sono l’anima della Festa. Inoltre, bisogna altresì non dimenticare che il trasporto del Giglio, oggi come oggi, non è più una processione, ma anche e soprattutto una spettacolare esibizione dove le movenze delle macchine da festa sono perfettamente coordinate con la musica.
Ma il canto senza amplificazione di Simonetti apre un nuovo scenario di riflessione indirizzato verso una maggiore tutela della tradizione che potrà dunque anche volgere lo sguardo agli esempi del passato.