Gigli 2018, l’Ortolano presenta il progetto del rivestimento: sarà un quattro facce ispirato all’ Albero della vita
Nola – Dall’ albero della vita, “Sta festa tanne nasce quanne mor”. E’ questo il titolo del progetto del Giglio dell’Ortolano, presentato ufficialmente domenica scorsa a piazza Clemenziano. I maestri di festa, Giovanni Ambrosino, Vincenza Napolitano, i figli Raffaele e Giovanna, Wanda Nocerino, Salvatore Napolitano e Filomena De Gennaro, Domenico Fogarese e Carolina Ambrosio, Felice Scala e Giulia Napolitano, Luigi Canfora e Virginia Ambrosino, hanno voluto in questo modo condividere con l’intera comunità il momento dello svelamento del bozzetto che solitamente viene reso noto solo a pochi giorni dal montaggio. “La Festa dei Gigli è partecipazione – afferma la giovane maestra di festa, Giovanna Ambrosimo – proprio per questo vogliamo viverne ogni momento in piena condivisione con la comunità”.
La presentazione pubblica del progetto è un fatto del tutto inedito nella storia della Festa ed è probabile che possa essere emulato nel tempo anche da altre corporazioni. A dare forma all’Ortolano 2018 è stato il lapis del professor Nunzio Meo, collaborato per l’occasione, da Angela Meo, e dagli architetti Luisa Mauro e Dario Esposito. La realizzazione, invece, è stata affidata alle maestranze della bottega Tudisco. La struttura si presenta in una inedita forma cilindrica e costituirà il rivestimento del Giglio a quattro facce, modello di macchina ormai consegnato al passato ma che talvolta ritorna come una pregevole citazione.
Il tema è dedicato all’elemento chiave del “fiore – Giglio” capovolto, figura simbolica che esprime in chiave concettuale l’eterno ritorno alla vita, la rinascita eterna della Festa: dall’ovulo nasce la figura biblica cristiana dell’albero della vita , un simbolo sacro potente, che vive e si moltiplica nello spazio e nel tempo, unendo il cielo alla terra. L’obelisco svetta verso l’alto e al quarto pezzo presenta un elemento di grande interesse. Moltitudini di mani sorreggono il fiore della fede che sboccia alla gioia della nuova vita: la vera attrazione artistica della macchina da festa è costituita dall’elemento decorativo del fiore che si apre e si chiude nel suo continuo dinamismo durante il rituale percorso, annunciando l’incessante rinascita, quella della fede eterna.
Il maestro Nunzio Meo, definito l’artista della luce, nella realizzazione di tale progetto si è posto come obiettivo quello di donare al visitatore l’effetto emozionale . Il visitatore, passeggiando intorno e all’interno della struttura dell’opera, da osservatore esterno diviene parte sinergica alla macchina. “Il progetto di Meo – afferma il professor Massimiliano Coppola, nella sua nota critica – si pone in linea di continuità con le precedenti iniziative speciali sui gigli promosse dal maestro incisore Vittorio Avella, che ha chiamato a Nola, per la realizzazione del Giglio d’autore, maestri contemporanei, di spessore nazionale ed internazionale. Grandi artisti che hanno realizzato il loro giglio d’autore, accomunati da un significativo rapporto di amore e di fede, con la Nola di San Paolino” Tra questi ricordiamo ricordiamo: Mimmo Paladino, Perino e Vele, Mario Persico, Antonio Cuono, Nella Tarantino, Vittorio Avella, Guido Tatafiore, Geppino Cilento, Italo Scelza, Aulo Pedicini, Bruno D’Arcevia, Sergio Fermariello.