Franceschini apre al dialogo con il Pdl
«Chiusa la possibilità di un rapporto con Grillo, non resta che una strada: uscire dall’incomunicabilità. E abbandonare questo complesso di superiorità, molto diffuso nel nostro schieramento, per cui pretendiamo di sceglierci l’avversario. Ci piaccia o no, gli italiani hanno stabilito che il capo della destra, una destra che ha preso praticamente i nostri stessi voti, è ancora Silvio Berlusconi. È con lui che bisogna dialogare». Queste parole, consegnate al Corriere della Sera da Dario Franceschini, hanno innestato ulteriori tensioni nel Pd.
«So che è altamente impopolare – ha detto Franceschini – So che si rischia di scatenare le reazioni negative del proprio stesso campo, ma voglio dirlo: se noi intendiamo mettere davanti l’interesse del Paese, dobbiamo toglierci di dosso questo insopportabile complesso, la sconfitta di Berlusconi deve avvenire per vie politiche. Non per vie giudiziarie o legislative».
Sulla possibilità di votare con il M5S l’ineleggibilità di Berlusconi, Franceschini osserva che si tratta di «un dibattito molto approssimativo» e ribadisce che «non si può scambiare la nascita di un governo con la scelta di chi sta al Quirinale per sette anni», così come il «no» a un governo di larghe intese, «d’accordo con Bersani». Ciò che serve, sostiene Franceschini, è «un esecutivo di transizione, che prenda le misure necessarie per dare ossigeno all’economia mentre in Parlamento si fanno le riforme istituzionali: Senato federale, con conseguente riduzione dei parlamentari, e legge elettorale». Al Quirinale serve «una persona con un’esperienza politica e parlamentare» ma da Franceschini «niente nomi». Sul dibattito interno al partito e le ipotesi di scissione dopo le dichiarazioni di Matteo Renzi, Franceschini afferma: «Ognuno si morda la lingua e si metta in testa che il Partito democratico deve restare unito e stringersi attorno a chiunque vinca le primarie, quando ci saranno».
Renzi: le elezioni non le vogliono in tanti. «Non so se la soluzione di un governo Pd-Pdl sia quella che davvero i dirigenti romani sceglieranno – dice il sindaco di Firenze Matteo Renzi – Le alternative sono tre: governo Pd-Pdl, Pd-M5S o elezioni. Il governo Pd-M5S, Grillo non vuole; le elezioni mi sa che non le vogliono in tanti. Su un governo Pd-Pdl staremo a vedere».
«Dubbi su chi è trasparente a giorni alterni». «È un pò strano – dice Renzi – che un dirigente politico come Grillo parli di streaming e trasparenza e poi, quando deve parlare con i suoi, li carichi su un pulmino modello vacanze Piemonte e li porti in una località segreta».
Segreteria Pd: bene Franceschini. «Dialogare con tutte le forze politiche disponibili al cambiamento e ad aprire una nuova fase di riforme indispensabili al Paese è la ricetta che il Pd ha perseguito dall’indomani delle elezioni – dice Davide Zoggia della segreteria del Pd – Le parole di Franceschini vanno in quella direzione: escludendo il governissimo, rimarcano il solco che il segretario Bersani considera strategico sia per individuare una personalità condivisa per il Quirinale, sia per dare un governo al Paese».
Gasparri: Bersani ascolti il realismo di parte del Pd. «Franceschini ancora una volta con realismo invita il Pd a prendere atto che non c’è alternativa ad un trasparente confronto con Berlusconi, un leader confermato tale di elezione in elezione da milioni di italiani con enormi consensi – dice il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri – Bersani e compagni meditino sul realismo di alcuni esponenti del Pd. In caso contrario la parola toccherebbe di nuovo agli italiani. Brandire la pistola scarica dell’ineleggibilità vorrebbe dire alimentare uno scontro assurdo e rovinoso per l’Italia, che non è nemmeno ipotizzabile. Berlusconi ha confermato la disponibilità ad un confronto nell’interesse dell’Italia colpita da una dura crisi alimentata dall’incapacità dei cosiddetti tecnici».
Lupi: nel Pd sta tornando il buon senso. «Nel Pd sta tornando il buon senso – afferma Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera in una nota – Le parole di Dario Franceschini fanno sperare che finalmente si possa aprire quel dialogo che Berlusconi e il Pdl offrono fin dalla sera dei risultati elettorali. Mi auguro che il confronto inizi subito e che sia incentrato non su formule politiche ma sulle priorità del Paese, cioè gli interventi a favore delle famiglie, delle imprese e dei giovani».