Eurispes: per 4 italiani su 10 più utile uscire da euro

Quattro italiani su 10 (40,1%) pensano che sarebbe meglio uscire dall’Euro: lo evidenzia il Rapporto Eurispes 2015, segnalando che a inizio 2014 la quota di delusi dalla moneta unica si attestava al 25,7%. Il 55,5% degli euroscettici è convinto che l’Italia debba uscire dall’euro perché sarebbe la moneta unica il motivo principale dell’indebolimento della nostra economia.  
 
Cresce la popolarità di Papa Francesco. Se i consensi sul suo operato, pari all’89,6%, rappresentano un plebiscito, il giudizio traina la fiducia nella Chiesa che tocca livelli mai raggiunti nella serie 2009-2015: i consensi sono al 62,6%, rispetto al 49% del 2014 e il 36,6% del 2013.
   
46,7% italiani paga a rate spese mediche  – Aumentano le rateizzazioni per far fronte a spese mediche. Secondo l’inchiesta Eurispes, nel 2014 il 46,7% degli intervistati ricorre alle rate per pagare cure mediche, si tratta di un incremento di 24,3 punti percentuali rispetto al 2013. Si pagano a rate anche automobili (62,4%), elettrodomestici (60,4%), computer e telefonini (50,3%).
 
65% lavoratori teme non poter sostenere famiglia  – E’ in crescita il numero di coloro che non si sentono in grado di dare garanzie alla propria famiglia con il proprio lavoro (64,7%). Eurispes aggiunge che il 28% di chi lavora deve ricorrere all’aiuto di genitori e parenti. Inoltre, secondo l’indagine, riuscire a risparmiare qualcosa in futuro è un miraggio per 8 italiani su 10. Per il 38,5% “certamente no”, per il 41,2% “probabilmente no”.
 
Per 71,5% italiani diminuito potere d’acquisto  – Ancora in calo il potere d’acquisto degli italiani. L’indagine Eurispes rileva che sette italiani su dieci (71,5%) hanno visto nell’ultimo anno diminuire nettamente o in parte il proprio potere d’acquisto, un dato in linea con quanto rilevato nel 2014 (70%). Dall’inchieste emerge che l’82,1% dei cittadini ha ridotto le risorse per i regali, l’80,8% ha tagliato sui pasti fuori casa, il 74,7% ha tagliato le spese per viaggi e vacanze, l’80,1% ha ridotto quelle per articoli tecnologici (+8,5%).

 

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