Effetto afa, 25% accessi al pronto soccorso è colpa del caldo

Il caldo bussa alle porte dei pronto soccorso. Alle prese con colpi di calore, gravi disidratazione e malanni legati alle temperature elevate.”Il 25% degli accessi in questo periodo è per colpi di calore e per le complicanze legate all’ondata di afa. Fenomeni che mettono a dura prova le persone fragili e con patologie cardiovascolari. Al Nord e al Centro sud nelle scorse settimana c’è stato un aumento del 15% degli accessi”. A fotografare la situazione dei pronto soccorso all’inizio di un mese da ‘bollino rosso’ è Gian Alfonso Cibinel, presidente Simeu, la Società italiana di medicina di emergenza urgenza.

“Il grande caldo amplifica i problemi dei pazienti con condizioni più instabili. Svenimenti e colpi di calore sono all’ordine dell’giorno sopratutto in questa estate da temperature record e agosto è il mese ‘clou’ – spiega Cibinel all’Adnkronos Salute- Poi è ancora frequente il fenomeno degli anziani soli che nelle grandi città si recano al pronto soccorso per chiedere aiuto o per avere le prescrizioni dei farmaci. Qui servirebbe una rete sociale più presente che deve aiutarli sul territorio senza arrivare da noi”.

I dipartimenti d’emergenza ad agosto sono anche alle prese con la carenza del personale, tra chi va in ferie e la cronica mancanza del turnover nelle Regioni ancora in piano di rientro. “Facciamo un conto certosino di chi è presente e distribuiamo le risorse umane per coprire i buchi – osserva Cibinel – Il problema è che spesso per coprire i turni al pronto soccorso i colleghi vengono sostituti da altri con contratti atipici, e questi non hanno le stesse garanzie assicurative e talvolta neanche le competenze specialistiche. Ogni giorno garantiamo il servizio d’emergenza ai cittadini ma spesso con enormi difficoltà”.

“C’è poi – conclude il presidente Simeu – una problema di formazione dei medici d’emerenza, la nostra scuola di specializzazione ha meno posti rispetto al fabbisogno nazionale. Stiamo migliorando rispetto ad anni passati, ma siamo ancora indietro”.

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