Duro scontro tra il Presidente Napolitano ed il Pdl

«Ieri si è verificato un fatto politico improvviso e istituzionalmente inquietante cui oggi devo
dedicare la mia attenzione». Con questa motivazione Giorgio Napolitano ha spiegato perché non sarà presente oggi a Palazzo Giustiniani al convegno promosso dalla Fondazione De Gasperi sul rilancio dell’unità politica dell’Europa per superare la crisi economica. Napolitano si riferisce all’annuncio dei parlamentari del Pdl, che minacciano di dimettersi in massa qualora il leader Silvio Berlusconi, sia dichiarato decaduto dalla carica di Senatore come previsto dalla legge Severino dopo la condanna per frode fiscale.

Fonti di Palazzo Chigi intanto, interpellate sull’ipotesi di verifica ventilata da fonti della maggioranza, spiegano che «non è la verifica che chiede il prmeier Enrico Letta perché quella è roba da prima repubblica», e che il presidente del Consiglio chiarirà le sue intenzioni nelle prossime ore.

«L’orientamento assunto ieri sera dall’Assemblea dei gruppi parlamentari del Pdl non è stato formalizzato in un documento conclusivo reso pubblico e portato a conoscenza dei Presidenti delle Camere e del Presidente della Repubblica. Ma non posso egualmente che definire inquietante l’annuncio di dimissioni in massa dal Parlamento – ovvero di dimissioni individuali, le sole presentabili – di tutti gli eletti nel Pdl», ha affermato ancora il presidente della Repubblica, sottolineando che «ciò configurerebbe infatti l’intento, o produrrebbe l’effetto, di colpire alla radice la funzionalità delle Camere. Non meno inquietante – aggiunge – sarebbe il proposito di compiere tale gesto al fine di esercitare un’estrema pressione sul Capo dello Stato per il più ravvicinato scioglimento delle Camere».

«C’è ancora tempo, e mi auguro se ne faccia buon uso, per trovare il modo di esprimere – se è questa la volontà dei parlamentari del Pdl – la loro vicinanza politica e umana al Presidente del Pdl, senza mettere in causa il pieno svolgimento delle funzioni dei due rami del Parlamento», afferma ancora Napolitano.

«Non occorre neppure rilevare la gravità e assurdità dell’evocare un “colpo di Stato” o una “operazione eversiva” in atto contro il leader del Pdl. L’applicazione di una sentenza di condanna definitiva, inflitta secondo le norme del nostro ordinamento giuridico per fatti specifici di violazione della legge, è dato costitutivo di qualsiasi Stato di diritto», continua Napolitano. È «dato costitutivo di qualsiasi stato di diritto in Europa» la «non interferenza del Capo dello Stato o del Primo Ministro in decisioni indipendenti dell’autorità giudiziaria», prosegue il capo dello Stato.

Il presidente della Repubblica era atteso questa mattina nella sala Zuccari di Palazzo Giustiniani. Il cerimoniale del Senato era giù ad attenderlo, quando, all’improvviso, è arrivata la notizia che il capo dello Stato non avrebbe partecipato al convegno dedicato alla figura dello statista Dc e di Konrad Adenauer. Al suo posto ha inviato un messaggio che è stato letto dalla figlia di De Gasperi, Maria Romana. In questo messaggio Napolitano si scusa per l’assenza dicendo che «ieri sera è avvenuto un fatto politico improvviso e istituzionalmente inquietante» a cui lui, oggi, dice, «devo dedicare tutta la mia attenzione». Al tavolo del convegno è seduto anche il ministro dell’Interno e segretario del Pdl Angelino Alfano nella veste di presidente della Fondazione Alcide De Gasperi.

«La definizione di “colpo di Stato” e di “operazione eversiva” non è “inquietante” ma è invece assolutamente realistica e pienamente condivisibile». Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo del Pdl al Senato Renato Schifani, e alla Camera Renato Brunetta rispondendo a Napolitano.

«Il presidente della Repubblica ha fatto oggi un richiamo fermo e obbligato alle funzioni essenziali della democrazia parlamentare e al rispetto costituzionale della separazione dei poteri. Il Pd condivide nella sostanza e nel contenuto la nota del Presidente e ancora una volta ne apprezza lo spirito di servizio verso il Paese. Tutto ora va ricondotto nell’alveo della chiarezza e per questo ognuno si assuma fino in fondo la responsabilità dei propri atti». Così il segretario del Pd, Guglielmo Epifani.

«Il capo dello stato ha detto parole condivisibili. È molto grave che durante un viaggio all’estero del presidente del consiglio, il Pdl sia ancora una volta irresponsabile e rischia di minare la stabilità di governo. Il Pd difenderà le istituzioni, la costituzione e la legge». Lo afferma Roberto Speranza, presidente del gruppo Pd alla Camera a Radio 24. Ma si apre la crisi? «Speriamo che il governo vada avanti perché ne ha bisogno l’Italia, ma non possiamo stare ai ricatti quotidiani del Pdl. È del tutto evidente che c’è bisogno di un chiarimento in sede politica e istituzionale. I toni utilizzati da Berlusconi sono totalmente fuori luogo», conclude Speranza.

Napolitano «avrebbe dovuto ascoltare personalmente i presidenti dei nostri gruppi parlamentari. Se lo avesse fatto, prima di rendere pubbliche dichiarazioni che suonano inevitabilmente come giudizi di carattere politico, avrebbe potuto riconoscere l’alto valore istituzionale, politico e etico del nostro gesto». Lo afferma Sandro Bondi.

«Il bluff da operetta delle dimissioni in massa dei parlamentari Pdl-Forza Italia in caso di decadenza del condannato a 4 anni Berlusconi va visto in Parlamento, come si fa in democrazia». Lo afferma il capogruppo M5S in Senato Nicola Morra, sottolineando come i grillini siano pronti a accettare le eventuali dimissioni e a sfidare il Pd a fare lo stesso. «Entreranno in carica alla Camera ed al Senato – prosegue Morra – i primi dei non eletti nelle liste Pdl: ci sarebbero indubbi vantaggi. Un ricambio tra i parlamentari nominati Pdl e mandare casa tanti assenteisti, più presenti nei talk show e fantasmi in Parlamento. Potremo liberarci al Senato di superassenteisti Pdl-Forza Italia come il condannato Berlusconi (99,93% di assenze), Ghedini (99,93%), Verdini (99,93%), Rossi (99,93%), Sacconi (77%) e Matteoli (76%), Schifani (71%), Bonaiuti (70%) . Passando alla Camera non graverebbero più sulle tasche dei contribuenti, assenteisti PDL-Forza Italia come Angelucci (99,8%), Longo (98,42%), Santanchè (92%), Brambilla (91%)». «Che fine farebbero dipendenti con questo tasso di assenze in una azienda? Sarebbero licenziati in tronco. Tutti a casa! Avanti Pdl, mostrate un po’ di coerenza – conclude Morra – e presentate le dimissioni ufficialmente».

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