Denuncia dell’Istat: buco nel PIL italiano di 206 miliardi l’anno

L’economia in nero, che comprende il sommerso e tutte le forme illegali ed in nero, produce un buco nel PIL italiano di 206 miliardi l’anno, un grave danno per l’Italia, che sta tentando di uscire dalla recessione. La cifra, certamente impressionante, è stata diffusa dall’Istat che ha analizzato il fenomeno dell’economia “non osservata”.

Lo studio dimostra come l’economia “non osservata” abbia raggiunto nel 2013 206 miliardi di euro l’anno, pari al 12,9% del PIL; di questi 190 miliardi di euro, pari all’11,9% del PIL, riguardano l’economia sommersa ed informale (in aumento rispetto agli anni precedenti: +11,7% nel 2012, +11,4% nel 2011). Il valore aggiunto connesso alle attività illegali vale, nel 2013, circa 16 miliardi di euro, pari all’1% del PIL. Nel 2013 il valore aggiunto generato dall’economia non osservata deriva per il 47,9% dalla componente relativa all’attività sotto-dichiarata dagli operatori economici. La restante parte è attribuibile per il 34,7% al valore aggiunto prodotto dal lavoro irregolare, per il 9,4% alle altre componenti (fitti in nero, mance e integrazione domanda-offerta) e per l’8% alle attività illegali.

 

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