Comicità e riflessione con la farsa “Zitto, zitto, sotto ‘o lietto” della “Bottega Teatrale Cecconi”

Pomigliano D’Arco Il maestro di teatro, Graziano Cecconi, lo scorso sabato 17 maggio, al cine/teatro Gloria di Pomigliano D’Arco (Na), con la sua “Bottega Teatrale Cecconi”, ha messo in scena la farsa in due atti “Zitto, zitto, sotto ‘o lietto”, che segue, a distanza di qualche mese, alla bellissima quanto impegnativa rappresentazione di “’A voce e’ Masaniello”, stessa location.  

Interpreti e relativi personaggi – Graziano Cecconi, Pasquale; Anna Rastiello, Nunziatina; Gisella Palo, Gisella; Gianluca Sirignano, Roberto; Gianni Onorato; Maria Riccio, medico – raccontano in modo divertente, esilarante e con ottima personalità recitativa, delle vicissitudini di un nipote scapestrato – Roberto – che non fa altro che contrarre debiti, nella speranza di potervi far fronte con l’auspicato decesso dei nonni,  proprietari di una somma ragguardevole che nascondono gelosamente nel materasso matrimoniale della loro stanza da letto.   

I personaggi comici e grotteschi, mettono in risalto le varie problematiche di oggi fra anziani e giovani, fra ricchezza e povertà, tra chi ha conservato una fortuna, magari eccedendo in avarizia – come nel nostro caso, perfino con stipendi arretrati alla donna di servizio, Gisella – e chi invece, vorrebbe sfruttare la situazione e godersela senza stenti, non avendo ne arte ne parte!

E quindi, Pasquale, interpretato dallo stesso autore e regista, mette in evidenza quel particolare problema tipico di  tutte le persone anziane, almeno in gran parte, che cercano di “difendere” i loro risparmi coi denti … non per cattiveria, precisa l’autore, ma per non restare fregati, ora che sono avanti con gli anni. Il tutto con forte ironia, umorismo e sarcasmo, che il pubblico ha dimostrato di apprezzare con briose risate e continui applausi.

Ed ha ragione il maestro Cecconi anche quando asserisce che le persone anziane, benché impoverite  fisicamente del sesso, lo arricchiscono con le proprie sfrenate fantasie, e, di conseguenza, con la cosiddetta “rattimma”, rendono oltremodo comica la presenza del personaggio maschile principale nella farsa a contatto con gli altri protagonisti.

Concetto avvalorato dalla serva Candida, personaggio grottesco ma fondamentalmente buono. Orfana di genitori, vive con gli anziani padroni di casa, sacrificandosi nell’accudirli, in attesa della buona “sciorta”, anche da dama di compagnia alla vecchia Nunziatina, anch’ella petulante, ingorda d’arricchirsi, gelosa del marito novantatreenne che, ovviamente, data l’età e nonostante i buoni propositi, non è più in grado di spegnerle i  “bollori” fisici … che ormai si richiamano solo a un lontano ricordo!

Il nipote della coppia,  Roberto, è un personaggio comune ai tempi d’oggi;  fanfarone, donnaiolo, sbruffone, perditempo, pieno di debiti …  che cerca solo soldi ai nonni, i quali, a loro volta, non vogliono che si sperperi il danaro come fa lui.

E che non si arrende mai pur di riuscire nel proprio intento, provandole tutte per eliminare l’ostacolo zii al suo arricchimento. Ed è così che, con l’aiuto dell’intraprendente quanto goffo  amico Stefano, che Gianni Onorato impersona alla perfezione e che nonostante non veda a un palmo dal suo naso, è dotato di ottime idee malvagie – decide di spedirli all’altro mondo architettando un piano che prevede di procurare ai poveri vecchi un forte spavento, e presumibile infarto, figurando fantasmi in casa e il movimento del letto a tempo, per ereditarne le ricchezze, che, come la  tradizione partenopea tramanda spesso, sono custodite gelosamente nel materasso del proprio letto.

Ma non tutto va come vorrebbero i due cinici furbastri, poiché, anziché la morte, per i due vecchierelli arriva solo un forte svenimento … e tutti i proclami di ricchezza ed agiatezza del presunto erede, dell’amico e della serva Gisella – che stavolta cederebbe volentieri le sue grazie a Roberto, prima sempre negate! – vanno a farsi benedire.

Da citare anche la performance dell’avvenente medico interpretato da Maria Riccio, la quale, durante una visita a domicilio, fa sbavare il mai domo Pasquale, sotto gli occhi dell’inviperita moglie. Ed anche lì assistiamo ad uno sketch oltremodo esilarante ed apprezzato dagli spettatori.

 

Un’opera, quindi, che ricalca i predominanti canoni della farsa partenopea, attingendone  i contenuti più tipici e spettacolari, riversati dalla bravura e dall’esperienza del maestro Graziano Cecconi, in un ben riuscito tentativo di elevare questo genere teatrale/operistico, che artisticamente viene configurato in “qualunque forma espressiva volta verso l’eccesso buffonesco”, altrimenti relegato in espressione teatrale di secondo ordine.  

 

Col Cecconi ciò non avviene, poiché l’autore/attore e patron della compagnia nolana, è in grado di creare suspense, curiosità ed interesse nello spettatore, legando la trama già di per se divertente, a numerose “gag” che fanno l’occhiolino alla millenaria tradizione partenopea e all’originalità dell’ingegno dell’ideatore dell’opera. E non è da tutti!

 

di Mauro Romano

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *