Chrysler e’ italiana, Fiat +16% in Borsa

Piazza Affari ha chiaramente promosso l’accordo di Fiat con il fondo Veba per salire al 100% di Chrysler: il titolo della casa automobilistica italiana, sul quale gli acquisti sono partiti a inizio seduta, è salito del 16,4% finale a 6,92 euro tra scambi pari al 6,4% del capitale. Molto bene Exor, cresciuta del 4,4% a 30,2 euro.

L’accordo con Fiat per Chrysler era il “miglior risultato possibile. L’intesa e’ nel miglior interesse per i pensionati e le loro famiglie, per le quali il fondo offre servizi vitali di sanità”. Lo afferma Robert Naftaly, il presidente del comitato che guida il Veba, il fondo che fa capo al United Auto Workers (Uaw).

Camusso, ora dica cosa intende fare in Italia  – “Dopo questo importante passaggio che definisce l’assetto proprietario è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese”. Così la leader della Cgil, Susanna Camusso, commentando la salita del Lingotto al 100% di Chrysler.

L’acquisizione della Chrysler da parte del gruppo Fiat, dice Susanna Camusso, “mi pare un fatto di grande rilevanza, anche in ragione delle sinergie possibili e auspicabili sui mercati mondiali, oltre che per il riposizionamento della multinazionale rispetto alle case costruttrici concorrenti”. Ma , agginge, “dopo questo importante passaggio che definisce l’assetto proprietario – dice Camusso – è indispensabile che Fiat dica cosa intende fare nel nostro Paese, come gli stabilimenti italiani possano trovare la loro collocazione produttiva nel gruppo, così come auspichiamo che la direzione dell’impresa, intendendo con questo la direzione strategica e la progettazione, resti italiana e mantenga una presenza qualificata in Italia”. Ed è “ora altrettanto indispensabile sapere su quali mercati Fiat intende competere e posizionarsi. L’alta gamma, infatti, vede oggi crescere la presenza del marchio sul mercato globale con modelli di qualità, ma ancora una volta da soli questi non garantiscono un futuro agli stabilimenti italiani”. Per il segretario generale della Cgil “è necessario quindi che gli auspicabili investimenti in Italia siano finalizzati a progettare nuovi modelli da lanciare sul mercato in grado di saturare la capacità produttiva italiana, perché solo cosi è possibile immaginare il mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro Paese, da troppo tempo penalizzati e ridimensionati con il continuo e costante ricorso agli ammortizzatori sociali. Su queste basi e dopo l’annuncio di ieri – conclude – ci aspettiamo impegni e parole chiare da parte del management sul futuro dell’azienda in Italia, riprendendo un confronto sindacale, a partire da investimenti, assetti produttivi, rilancio del marchio e prodotti, con l’insieme delle organizzazioni sindacali presenti negli stabilimenti”

Angeletti, evento storico crea prospettive per Italia – “E’ un evento storico. Finalmente avremo una società globale in grado di reggere i prossimi decenni sul mercato automobilistico mondiale”. Così il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, commenta l’accordo con cui tutta Chrysler passa alla Fiat. “Un’azienda forte, solida dal punto di vista finanziario avrà risorse per investire anche in Italia, vendere su tutti i mercati e garantire tutti i posti di lavoro. L’alternativa sarebbe stata la chiusura di tutti gli stabilimenti”, osserva Angeletti. “Ora mi aspetto che, come è stato già assicurato, Fiat faccia gli investimenti negli stabilimenti italiani, con l’augurio che le macchine vengano poi vendute. Non basta infatti investire e produrre ma bisogna soprattutto vendere. Mirafiori e Cassino sono gli stabilimenti dove servono di più gli investimenti e i nuovi modelli”. Per Angeletti, “è una stupidaggine porre il problema se il nuovo gruppo sia ora più americano. Molti italiani sono usciti dalla storia, stanno ancora nel ventesimo secolo, compreso qualche mio collega

De Palma (Fiom),governo chieda garanzie impianti Italia – “In queste ore sembrano i botti di Capodanno, ma non vorrei che a noi ci lasciassero solo la puzza di zolfo. Ora la Fiat può giocare a mano libera. La testa del gruppo rimarrà in Italia? La capacità installata di produzione sarà confermata? Avremo finalmente una missione industriale anche per Mirafiori e Cassino? Il governo dovrebbe convocare tutte le parti al tavolo e chiedere garanzie sul futuro degli stabilimenti italiani”. Lo afferma Michele De Palma, coordinatore Fiat della Fiom. “Non sappiamo nulla sulle ripercussioni dell’intesa per i lavoratori italiani ed europei del gruppo. Il presidente del Consiglio deve pretendere chiarezza”. “L’accordo raggiunto tra la Fiat e il fondo Veba – aggiunge De Palma – ci dice che è scongiurato il fallimento della fusione che rischiava di avere effetti drammatici su tutto il gruppo, ma quell’accordo è stato reso possibile senza che la proprietà abbia messo un solo euro. L’acquisizione di Chrysler è il frutto del know how e della capacità industriale degli stabilimenti italiani, la pagano solo i lavoratori italiani”.

Fim Basilicata, prospettive crescita anche per Melfi – E’ ”positivo” il giudizio dalla Fim Cisl lucana sull’accordo tra Fiat e Veba per l’acquisizione da parte del gruppo torinese del 100% di Chrysler. ”L’intesa da noi fortemente auspicata è doppiamente positiva – ha evidenziato il segretario reggente Leonardo Burmo – perché consente alla Fiat di proseguire con il piano di investimenti negli stabilimenti italiani e perché con l’acquisizione del controllo totale di Chrysler il Lingotto diventa a tutti gli effetti un costruttore globale. Anche se l’acquisizione del costruttore americano non ha effetti diretti su Melfi – ha proseguito – è anche vero che il rafforzamento della dimensione internazionale del gruppo e l’integrazione finanziaria con il ramo americano apre interessanti prospettive di crescita in tutti gli stabilimenti, a partire da quelli, come Melfi, che produrranno per il mercato mondiale”.

Dopo un inzio in corsa con Fiat a +12,78% in Borsa, Piazza Affari frena a metà mattinata con il Ftse Mib che riduce il rialzo allo 0,10% in scia all’andamento di Finmeccanica (-1,45%) e Telecom (-1,39%). Se Milano resta l’unico listino con il segno più in Europa lo deve a Fiat, in gran spolvero (+12,7%) con Exor (+3,94%) dopo l’accordo per salire al 100% di Chrysler.

Se l’accordo raccoglie un applauso unanime, emergono però anche alcuni rilievi sull’indebitamento di Fiat: per Exane col tempo l’attenzione del mercato si sposterà sui fondamentali relativamente deboli del gruppo e su una struttura patrimoniale ‘tirata’. L’accordo è ”innovativo”, afferma Citi, in quanto limita la richiesta di liquidità a Fiat, mette fine all’incertezza e costa meno di quanto prevedevano le indiscrezioni di stampa. Tuttavia il broker non vede valore nelle azioni Fiat rispetto ai concorrenti e giudica troppo alto il debito di 10 miliardi di euro post-accordo.

Fiat completa acquisizione Chrysler di Alessandro Galavotti – La Fiat sale al 100% di Chrysler e diventa un “costruttore globale” di auto. Sergio Marchionne annuncia così l’intesa raggiunta con Veba per l’acquisizione del 41,5% che ancora mancava al Lingotto per completare il controllo. Il fondo sanitario del sindacato americano Uaw riceverà un corrispettivo complessivo, tra cash e erogazione straordinaria ai soci, pari a 3,65 miliardi di dollari. Una cifra migliore di quella inizialmente chiesta da Veba – 5 miliardi di dollari – in linea con le stime degli analisti. “Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler”, sono le parole con cui il presidente di Fiat, John Elkann, commenta l’intesa, al termine di un lungo braccio di ferro. Un’operazione complessa, il cui closing è previsto entro il 20 gennaio, per la quale già nei giorni scorsi si erano diffuse indiscrezioni su una possibile intesa, ma che soltanto oggi è stata ufficializzata. L’intesa prevede una erogazione straordinaria che Chrysler pagherà a tutti i soci, per un totale pari a circa 1,9 miliardi di dollari. Fiat pagherà in cash, invece, l’altra parte, 1,75 miliardi di dollari, e lo farà utilizzando la liquidità disponibile: non è previsto infatti un aumento di capitale da parte del Lingotto, che quindi non chiederà risorse ai soci per salire al 100% del gruppo. Chrysler e il fondo sanitario Usa hanno inoltre concordato un memorandum d’Intesa, a integrazione dell’attuale contratto collettivo di Chrysler, nel quale sono previste ulteriori contribuzioni da parte di Chrysler a Veba per un importo complessivo pari a 700 milioni di dollari in quattro quote paritetiche pagabili su base annua. Il pagamento della prima quota avverrà in concomitanza con il closing dell’operazione con Fiat, mentre le tre rimanenti quote saranno versate nei tre anni successivi nel giorno dell’anniversario del pagamento della prima quota. “Nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler”, sottolinea Marchionne, che si dice “per sempre grato al team di leadership per il sostegno e per il loro incessante impegno nel realizzare il progetto di integrazione che oggi assume la sua forma definitiva”. “Il lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti da Chrysler negli ultimi quattro anni e mezzo sono qualcosa di eccezionale”, sottolinea John Elkann, che dà “il benvenuto a tutte le persone di Chrysler nella nuova realtà frutto dell’integrazione di Fiat e Chrysler”. Soddisfatti anche i sindacati e gli enti locali. “L’accordo siglato in queste ore consentirà di procedere alla fusione e integrazione tra Fiat e Chrysler – commenta il segretario nazionale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano – rendendo disponibili ulteriori risorse finanziarie utili per rilanciare tutti gli stabilimenti del Gruppo, con prospettive maggiormente positive per i lavoratori. Ora è indispensabile in tempi brevi procedere ad investire, come annunciato, negli stabilimenti italiani a partire da Mirafiori e Cassino”. Il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, parla della giusta conclusione di scelte che abbiamo ritenuto oculate, che consistono nel guardare fuori dall’Italia. Questo conferma che è stata scelta giusta”. Per il sindaco di Torino, Piero Fassino, l’intesa “rafforza il ruolo di player globale” del Gruppo. “Una scelta strategica – dice – da cui ci attendiamo positive conseguenze anche per l’Italia e per Torino”. Le stesse auspicate dal presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che chiede anche al governo di portare avanti nuove politiche fiscali e industriali per rilanciare l’intero settore.

 

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