Champions League: carica dei 100mila, Milano pronta per finale

Settantamila turisti, 40mila tifosi stranieri, 700 pullman diretti a San Siro, 42 telecamere per catturare in diretta ogni istante della partita: Milano è pronta ad accogliere la finale di Champions League. Gli occhi del mondo guarderanno San Siro che tornerà, anche se solo per la notte del 28 maggio, a respirare il profumo del grande calcio. E il capoluogo lombardo, tra poco più di due settimane, dovrà dimostrare di saper gestire l’organizzazione di uno dei più importanti eventi sportivi dell’anno.

Nel convegno “The value of UEFA Champions League Final”, organizzato dall’università Bocconi di Milano, si è raccontato del lavoro dietro le quinte della finale. Dagli aspetti sportivi delle squadre spiegati dai protagonisti, alle opere realizzate dall’organizzazione, fino allo sviluppo del marketing. Una macchina organizzativa per far funzionare 90′ di partita in cui Atletico Madrid e Real Madrid si affronteranno in un derby per poter alzare la coppa della Champions, portata sul palco dell’aula magna della Bocconi da Javier Zanetti e Mauro Tassotti. Uno dei nodi cruciali che Milano ha dovuto affrontare è stato l’ammodernamento dello stadio San Siro. “Tanti lavori sono stati realizzati per cercare di andare incontro alle esigenze della Uefa.

Il Meazza, con i suoi 90 anni di storia, è un palcoscenico che ha raccontato la storia del calcio italiano ed europeo ma è un impianto obsoleto che fatica a stare al passo in termini di funzionalità con gli stadi moderni”, ammette Dario Moneta, responsabile del dipartimento sportivo del Comune di Milano. Per ‘svecchiare’ San Siro, sono state rimosse le barriere sugli spalti, abbassati i divisori del primo anello ed è stata riassettata la tribuna rossa. In tutto lo stadio è stata introdotta una nuova segnaletica e sono stati i rifatti servizi, per poter offrire ai 40 mila tifosi stranieri e 30 mila altri ospiti attesi, il miglior spettacolo possibile. A determinare se sarà un successo per Milano però è la mobilità. Nel giorno della finale sono attesi 70mila turisti e il Comune ha come principale sfida quella di garantire l’accesso e il deflusso dallo stadio. La finale è anche il coronamento della programmazione sportiva dei club.

Nel convegno organizzato alla Bocconi, l’ad della Juventus Beppe Marotta ha spiegato quali fattori permettono di centrarla: “Non sono fondamentali i top player, giocatori con stipendi importanti ma che non necessariamente fanno la differenza. Determinanti sono i top class come Messi, Ronaldo, Iniesta e Buffon. Giocatori che spostano gli equilibri. La Champions ha un fattore di imprevedibilità mentre nei campionati nazionali vince la squadra migliore”. Mentre Raul Sanllehi, director of football del Barcellona, ha racconta la ricetta del club spagnolo: “Ci vuole equilibrio del gruppo. Serve un gruppo importante intorno ai grandi giocatori. Costruiamo un rapporto stretto con i calciatori, ottenendo da loro il meglio”.

Poi il ricordo di chi una finale l’ha vissuta dal campo, come Javier Zanetti e Mauro Tassotti, oltre a chi l’ha diretta. Pierluigi Collina ha regalato un sorriso alla platea di studenti raccontando un aneddoto della finale di Barcellona: “Io maniaco del controllo, mi sono reso conto pochi minuti prima della partita che mancavano le bandierine elettroniche rimaste in albergo. Ci salvò un agente della polizia di Barcellona. Sarebbe stato un disastro”. Per ora Milan e Inter dovranno restare a guardare, sperando di potersi risollevare presto come auspicato anche dal l’ad Adriano Galliani: “Speriamo di tornare presto in Europa. Ma siamo qui per celebrare la finale a Milano che è una cosa bellissima per la nostra città. Speriamo quanto prima di vedere una finale, giocare una finale e vincere e a tenere in alto il nome di una città”.

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