Casamarciano, il sindaco De Stefano: “Sul Castello solo populismo. Opposizione smentita dagli atti e dai fatti”
Casamarciano – Altro che ramoscello d’ulivo. L’ultimo Consiglio comunale non è stato assolutamente all’insegna del sentiment pasquale, al contrario segnato da una forte contrapposizione tra maggioranza ed opposizione, con quest’ultima che ad un certo momento ha abbandonato l’aula. Al centro del dibattito la spinosa questione dell’ acquisto, da parte dell’ente comunale, del castello di Mercogliano che secondo l’opposizione sarebbe viziato da elementi poco chiari se non addirittura irregolari.
Lo stesso sindaco, Carmela De Stefano, con un documento pubblicato sulla propria pagina facebook ha ribadito che tutto è stato fatto in piena regolarità, evidenziando come una certa strumentalizzazione abbia voluto in qualche modo oscurare un importante risultato per la comunità.
Il sindaco De Stefano ripercorre l’intera vicenda partendo dalla firma dell’atto di compravendita del complesso che nella fattispecie ha autorizzato il consigliere Manzi. Il valore fissato per l’immobile è pari a 3 milioni e 3mila euro “Valore – si legge nella relazione del sindaco De Stefano – molto al di sotto di quello reale così come si evince dalla perizia dell’ingegnere Aversa”.
Si tratta – si spiega ancora- di un atto sottoposto a condizione sospensiva, ovvero entro trenta giorni dalla notifica dello stesso, il Ministero dei Beni culturali, potrebbe far valere il diritto di prelazione per acquistare il bene. Il procedimento però non è ancora terminato.
Poi si giunge al nocciolo della vicenda costituita dal subingresso ex parte venditoris. In sostanza, si verifica un sub ingresso nella titolarità del diritto di proprietà, mentre tutte le altre condizioni restano immutate, così come fissate anche dalla deliberazione di Giunta Comunale n.104 del 2019 e da quella del Consiglio comunale n.13 del 15 maggio 2020.
“Il comune da un lato – si legge ancora nel documento – acquista la proprietà esclusiva dei beni immobili indicati; dall’altro si obbliga al pagamento del corrispettivo per quanto già pattuito e cioè 3 milioni e 3mila, utilizzando anche lo strumento della permuta”.
Dove nasce la polemica? Il sindaco chiarisce anche questo punto. “Il Comune – viene affermato – perché non ha attivato le trattative al fine di rinegoziare con i nuovi proprietari, atteso che per questi ultimi si era creata una plus valenza in quanto avevano versato per l’acquisto una somma minore rispetto a quella dell’ente”. Il primo cittadino definisce la questione come un ennesimo attacco populistico “al fine di scovare cose inesistenti e coprire di nebolusità”, un grande risultato per la comunità. “Anche questo però smentiamo con fatti ed atti”. In particolare il sindaco De Stefano spiega come il Comune di Casamarciano non sia mai stato notiziato – entro i termini di legge – dal Ministero dei Beni Culturali in ordine all’atto di compravendita del 28.05.2020.
“Il comune – si legge ancora nel documento – quindi non è mai stato messo nelle condizioni di esercitare il diritto di prelazione, non avendo mai ricevuta alcuna comunicazione. Dopo la nuova compravendita il comune aveva solo due possibilità: quella della stipula definitiva del contratto di compravendita, oppure la risoluzione del contratto preliminare e la revoca delle deliberazioni in merito in particolare della delibera di giunta n.104/2019 e quella di Consiglio comunale n.13 del 2020 che però avrebbe potuto avere come conseguenza l’attivazione dei rimedi di esecuzione in forma specifica promossa dai proprietari dell’immobile”.
Infine viene definita come irrilevante la questione della plusvalenza da parte dei venditori in quanto questa attiene alla sfera meramente privatistica e priva di effetti nei confronti dell’Ente comunale