Bersani all’attacco dei vertici della segreteria del Pd
Il «no» arrivato dalla maggioranza del Pd all’anticipo del Congresso è «una risposta arrogante, tranciante». Lo afferma Pier Luigi Bersani conversando con i cronisti a Montecitorio. Ma «una discussione la faremo comunque, ci vedremo a Perugia», spiega Bersani, facendo riferimento alla convention della minoranza Pd che si terrà l’11, 12 e 13 marzo.
«Mi spiace che non si veda che un po’ di gente sta cercando di raffigurare un Pd ospitale per un’idea di sinistra. Se non si apprezza questo sforzo vuol dire che non si sta capendo cosa sta succedendo», sottolinea Bersani soffermandosi sul rifiuto, da parte della maggioranza del Pd, di fare in anticipo una discussione congressuale.
«Non è vero che abbiamo bisogno di Verdini come non era vero che avevamo bisogno di Berlusconi con il Patto del Nazareno. È una scelta, Renzi scelga se vuol fare quello che rottama o quello che resuscita e su questo bisognerebbe fare una discussione anche congressuale», sottolinea ancora l’ex segretario del Pd.
«Devo riconoscere a Renzi una straordinaria qualità: è riuscito a cambiare le papille gustative di un bel pezzo dell’area democratica e dell’informazione. Il mondo di Verdini risulta improvvisamente commestibile. Io continuo a trovare questa cosa sorprendente», spiega l’ex segretario del Pd.
«Se uno riesce a buttarmi fuori deve avere un gran fisico…», afferma quindi Bersani rispondendo all’eventualità che, con l’avvicinamento di Verdini al Pd la minoranza esca dal partito.
«Ma se uno che vota la fiducia non è in maggioranza, uno che non la vota non è all’opposizione, sono tutti voti aggiuntivi e disgiuntivi…eccoci approdati finalmente nella Casa delle Libertà», dice poi con una battuta l’ex segretario riferendosi allla polemica sul voto alla fiducia giunto al Senato dal gruppo dei verdiniani.
«È una manovra di trasformismo parlamentare. Si è architettata una fiducia inutile e adesso, cogliendo l’occasione di una bella pagina parlamentare per l’avanzamento dei diritti, Verdini dice di essere in maggioranza», aggiunge Bersani. È una manovra, rimarca l’esponente del Pd, tutta parlamentare e perciò più puramente trasformista anche rispetto a quelle che faceva Silvio Berlusconi per allargare Forza Italia. Sul tema del voto di fiducia di Verdini, Bersani osserva: «Alcuni dei miei hanno lasciato perdere, ma io questo no».