Berlusconi ad Alfano: lascia la segreteria
L’interdizione di due anni decretata dal Tribunale di Milano, Silvio Berlusconi non l’ha ancora mandata giù e i toni usati ieri da Daniela Santanchè contro il Capo dello Stato, riflettono l’umore più viscerale del Cavaliere – evidente anche negli attacchi di Bondi e Capezzone alla Legge di stabilità – che però non ha nessuna intenzione di affondare il colpo in questo momento. Obiettivo principale dell’ex premier è quello di tenere unito il partito e non c’è dubbio che la contrapposizione tra colombe e lealisti, tra Alfano e Fitto, ha ridato al Cavaliere l’usuale ruolo di mediazione. Far rientrare le polemiche e ricompattare per quanto possibile il Pdl, serve anche per arrivare in maniera soft a quello che resta uno degli obiettivi del Cavaliere. Ovvero recuperare un ruolo politico a tutto tondo nella gestione del Pdl che passa anche per il passo indietro che dovrebbe fare Alfano dalla segreteria del Pdl.
ATTESTATI
Nelle scorse settimane erano stati i falchi a chiederlo in maniera ultimativa ricordando ad Alfano ciò che ha sempre sostenuto. Ovvero che un sedere può stare solo su una sola poltrona. Proprio per evitare che ciò passi per una vittoria dei lealisti o dei falchi, il Cavaliere ha chiesto a tutti di abbassare i toni e di concentrare analisi e critiche sulla modifica di una legge di stabilità che l’ex premier considera sbagliata. Resta il fatto che le colombe e lo stesso Alfano, continuano a resistere e nelle ultime ore hanno rilanciato l’ipotesi che il segretario del Pdl possa lasciare l’incarico ministeriale – magari ad un esponente dei lealisti – piuttosto che la segreteria del partito. Gli attestati di solidarietà e la continua affermazione che «Berlusconi sarà il leader del centrodestra», anche qualora si arrivasse ad un accordo con gli ex montiani e i centristi di Casini, rappresentano per Alfano e le colombe la polizza che tranquillizza l’ex premier e consente di tentare di rinviare il più possibile il voto sulla decadenza.
DOPPI INCARICHI
Vista la situazione sembra però difficile che Enrico Letta si renda disponibile ad una sorta di rimpasto e la fretta con la quale ha voluto scongiurare le minacciate dimissioni del viceministro Fassina, lo conferma. Al tempo stesso le dimissioni di Alfano dalla segreteria del Pdl rappresenterebbero però un bel vulnus per il governo, visto che lo stesso Alfano ricopre la carica di vicepremier proprio in quanto segretario del secondo partito della maggioranza.
Berlusconi domani rientrerà a Roma per effettuare un nuovo giro di consultazioni dentro al partito e convocare l’ufficio di presidenza che dovrebbe sancire il ritorno della segreteria del Pdl nelle mani del Cavaliere. Ieri sera Raffaele Fitto, leader dei lealisti, parlando dagli schermi di Rai3, ha insistito sull’azzeramento delle cariche interne al partito e spinto molto sulla necessità di riconsegnare a Berlusconi il ruolo-guida. Il ragionamento ha la sua presa sul Cavaliere. D’altra parte le manovre centriste per recuperare al Senato i voti necessari ad evitare la decadenza, vengono guardate dal Cavaliere con scetticismo anche se non sono pochi coloro che gli consigliano di attendere prima di lanciare l’affondo contro il governo.