Assessore Giancane scrive a cittadini Campania: bilancio in equilibrio. Senza aumentare tasse. Ecco buona amministrazione. Ora sfida è dimunuire pressione fiscale
L’assessore regionale al Bilancio Gaetano Giancane ha scritto una lettera ai cittadini della Campaniacon cui comunica che l’equilibrio di bilancio si è ulteriormente consolidato per effetto dell’attenta politica di revisione della spesa messa in campo, e che, in particolare nella sanità, si registra per la prima volta un avanzo di gestione. L’assessore sottolinea che grazie alla buona amministrazione, non è stata aumentata l’addizionale Irpef come previsto dalla legge nazionale, e che ora si lavora a ridurre progressivamente il carico fiscale.
Ecco il testo della Lettera ai Cittadini della Campania.
“Erano trascorsi due anni dal varo della Giunta regionale della Campania quando il 4 maggio 2012, in qualità di assessore al Bilancio, ravvisai la necessità di informare i cittadini, in merito all’attività svolta. Mi parve doveroso fornire quella informativa poiché a fronte della revisione della spesa della regione venivano richiesti sacrifici alla popolazione campana necessari per il risanamento delle finanze regionali, che da una verifica ministeriale effettuata nel 2010 risultavano seriamente compromesse.
Oggi, dopo altri due anni, ritengo necessario fornire elementi di aggiornamento relativi alla situazione economicadella regione per comunicare che l’equilibrio del bilancio, già migliorato nel 2012 e infine raggiunto nel 2013, si è consolidato nel 2014 attraverso un’attenta politica di revisione della spesa. È di questi giorni la diffusione del risultato della verifica del Tavolo Tecnico Ministeriale, riunitosi in data 10 aprile 2014, sulla gestione sanitaria dell’anno 2013, che ha evidenziato un avanzo di gestione di 6,143 milioni di euro. In questo modo è stato certificato il pareggio tra le risorse destinate dal Governo centrale alla sanità e le relative spese, eliminando progressivamente i deficit annuali che nel solo 2009 era stato pari a 853,2 milioni di euro. Di fronte ad un risultato così eccezionale per il futuro della Campania, una qualsiasi minimizzazione significa non voler considerare che grazie al pareggio raggiunto, d’ora in poi le risorse che si renderanno disponibili, continuando nella revisione della spesa meno produttiva, non serviranno per coprire deficit, ma saranno reinvestite nella stessa sanità.
Il pareggio nel settore sanitario, se la situazione nazionale economica e fiscale fosse rimasta quella esistente alla data in cui vennero introdotte, avrebbe permesso di eliminare le addizionali Irpef ed Irap dedicate in passato alla copertura del debito sanitario. Infatti, le addizionali Irpef e Irap vennero istituite dalle leggi statali n. 311/2004 e n. 296/2006 nella misura rispettivamente dello 0,50% e dello 0,92%, e, attesa l’insufficienza del gettito per coprire il disavanzo sanitario, di un’ulteriore maggiorazione rispettivamente dello 0,30% e 0,15%.
Purtroppo, oggi si deve prendere atto che quasi la metà del gettito è assorbito per il pagamento di rate di circa 170 e 50 milioni annui relative rispettivamente a una cartolarizzazione e a un prestito dello Stato per il pagamento dei debiti sanitari cumulatisi fino al 2007. Una ulteriore quota di tale gettito è riservata alle anticipazioni per pagare i debiti pregressi commerciali, della sanità e quelli emersi nei trasporti su ferro che il commissario di nomina governativa ha quantificato in circa 900 milioni.
L’esigenza di accelerazione del pagamento dei suddetti debiti pregressi della Pubblica Amministrazione, stabilita dallo Stato con il decreto legge n. 35/2013, che a tal proposito ha assicurato le risorse necessarie attraverso la concessione di anticipazioni statali, non ha comportato, per il pagamento delle corrispondenti rate, alcun aumento della tassazione, come invece si è verificato per altre regioni per la copertura finanziaria dell’anticipazione in questione richiesta, poiché è stato sufficiente per la Campania il mantenimento delle aliquote al livello esistente da ormai un decennio.
In sostanza, se la sanità e i trasporti fossero stati ereditati nel 2010 senza il peso dei debiti pregressi, le addizionali oggi non sarebbero necessarie, nonostante la crisi economica che può dirsi formalmente iniziata con le misure adottate con il decreto legge 31 maggio 2010, n. 78, che ha previsto tagli ai trasferimenti statali alle regioni, che ammontano per la Campania a 381 milioni per il 2011 e a 428 milioni per il 2012 e gli anni successivi. Inoltre, il decreto legislativo n. 68 del 2011, dopo aver stabilito che “a decorrere dall’anno 2013 sono soppressi tutti i trasferimenti statali … alle regioni a statuto ordinario (art. 7),” ha aggiunto che le stesse possono applicare, oltre all’Irap, anche l’addizionale Irpef dello 0,50% per il 2012 e il 2013, dell’1,1% per il 2014, anticipata per talune regioni tra le quali la Campania anche per il 2013, e del 2,1% a partire dal 2015.
Ebbene, la Regione Campania, forte dei risultati di progressivo rientro dal deficit sanitario, azzerato totalmente nel 2013 e di un’attenta gestione della spesa anche negli altri settori, pressoché dimezzata, ha mantenuto ferma la sola aliquota Irpef dello 0,50%, senza avvalersi della possibilità di incrementarla per compensare i tagli dei trasferimenti statali. Invero, l’oculata gestione delle spese regionali avrebbe permesso di eliminare, nonostante i consistenti tagli dei trasferimenti statali, anche tale addizionale se il suo gettito non fosse necessario al bilancio regionale per il pagamento delle rate della cartolarizzazione e del prestito ministeriale per i debiti sanitari cumulatisi fino al 2007 e per il pagamento dei debiti anteriori al 2010 nel settore dei trasporti.
Continuando il percorso del risanamento della regione e di revisione della spesa, appare concreta l’aspettativa di poter progressivamente diminuire il carico fiscale sia dell’addizionale Irpef sia dell’aliquota Irap, in modo che le imprese diventino sempre più competitive per esprimere al meglio il loro potenziale produttivo.
Allo stato attuale è, tuttavia, importante aver raggiunto l’equilibrio dei conti nel settore sanitario e nel bilancio ordinario e che continui il risanamento nel settore dei trasporti, come stabilito nel Piano sottoscritto in data 24 dicembre 2013 dal presidente Caldoro ed approvato dai ministri dei Trasporti e dell’Economia e delle Finanze, la cui completa attuazione deve avvenire entro il 2017 e che è già stato finanziato con l’erogazione dei primi 280 milioni di euro, deliberati dalla Giunta nei primi giorni del mese di maggio 2014.
In definitiva, il riequilibrio finanziario raggiunto ha permesso di non aumentare l’addizionale Irpef all’1,1%, nonostante la normativa lo rendesse possibile fin dal primo gennaio 2013, né sarà applicata l’addizionale del 2,1% nel 2015, assicurando comunque il sostegno all’economia ed ai bisogni del territorio. Con riguardo all’economia territoriale, che ha sofferto per la crisi nazionale e non per effetto della revisione della spesa, un riferimento obiettivo può essere rilevato dalla relazione della Banca d’Italia di novembre 2013, nella quale si evidenzia che lo scenario prospettato per la Regione Campania è chiaramente ancora recessivo ma in misura minore rispetto al 2012 e che “nel primo semestre del 2013 le esportazioni campane a prezzi correnti sono rimaste pressoché stazionarie (+0,3 per cento), con un andamento migliore di quello nazionale (-0,4 per cento) e di quello delle regioni meridionali (-6,0 per cento).”
Inoltre, da una rilevazione condotta per Unioncamere da InfoCamere emerge che la dinamica imprenditoriale nel primo trimestre del 2014 in Campania è stata meno negativa che nel resto d’Italia, poiché il tasso di crescita si è attestato a -0,34% rispetto alla media nazionale di -0,40%.”