Allo studio ipotesi pensione anticipata a 63 anni
La nuova pensione anticipata a 63 anni sta per diventare effettiva.Solo pochi giorni fa, il premier Matteo Renzi ha annunciato che con la Legge di Stabilità 2017, sarà resa operativa la nuova Ape, un sistema di pensionamento anticipato che prevede delle piccole penalizzazioni.
Di conseguenza, sono molti i dubbi di chi si sta avvicinando alla pensione, come ricorda ‘laleggepertutti.it’. Ci si chiede, in particolare, se questo sistema di pensionamento con 3 anni di anticipo apporti delle effettive novità rispetto alla pensione anticipata a 63 anni già in vigore, cioè a quella contributiva, ottenibile anche tramite computo nella gestione separata.
La pensione anticipata contributiva a 63 anni è una misura attiva già da tempo e per accedervi basta rispondere ai seguenti requisiti: aver compiuto 63 anni e 7 mesi di età, aver maturato 20 anni di contributi, e un assegno pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per accedervi i lavoratori non devono avere contributi precedenti al 1996 e hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e almeno 5 anni di contributi versati dal 1996 in poi, se optano per il computo nella Gestione Separata (in concreto, tutta la contribuzione posseduta confluisce in questa gestione).
La pensione si calcola con il sistema contributivo. Anche se questo non prevede una penalizzazione unica, in quanto questa cambia in base alla carriera lavorativa, all’ammontare degli stipendi e all’anzianità di servizio posseduta, la decurtazione dell’assegno di pensione è decisamente elevata rispetto al metodo retributivo. Basti pensare che in alcuni casi sono state calcolate penalizzazioni superiori al 30%.
Pensione anticipata Ape. Qualora risultino confermate le modifiche in corso d’opera alla Legge Fornero, la via più rapida e indolore alla pensione sarebbe la nuova pensione anticipata a 63 anni di età, ribattezzata ‘Ape’ dal governo. E’ vero che non si conoscono ancora i requisiti di accesso, ma il nuovo meccanismo consentirà di anticipare la pensione di vecchiaia di 3 anni. Per i lavoratori disoccupati, poi, le penalizzazioni per l’anticipo saranno minori, poiché graduate in base al reddito.
I requisiti previsti per la pensione di vecchiaia diverranno uguali per tutti nel 2018 (66 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi) e aumenteranno nel 2019 (66 anni e 11 mesi). Visto poi che l’accesso alla pensione sarà consentito a coloro cui mancano 3 anni per il pensionamento di vecchiaia, inizialmente è probabile che potranno rientrare nella misura le persone nate fino al 1953. Chi, in sostanza, avrà compiuto 63 anni e 11 mes all’entrata in vigore della norma.
Le penalizzazioni previste per l’accesso anticipato saranno calcolate sulla sola quota retributiva della pensione. Sebbene non sia stata fornita una percentuale precisa, si parla di una decurtazione che va dal 2% al 4% annuo, da adattare in base al reddito. I costi della flessibilità, invece, dovrebbero essere a carico dello Stato solo per i disoccupati, mentre per i lavoratori in esubero dovrebbero essere a carico delle aziende. I lavoratori prepensionati volontariamente, invece, potrebbero accedere alla pensione anche ricorrendo a un prestito bancario.
Qual è quindi la soluzione più conveniente tra pensione anticipata contributiva e Ape? In base a quanto analizzato sopra, la meno penalizzante risulta l’Ape, poiché il taglio dell’assegno è minore e la penalizzazione, nella maggior parte dei casi, non è mai inferiore al 15%.