Alfano rassicura il Governo ed il Colle

Dopo il monito del Capo dello Stato, che ha ricordato al Cavaliere di essersi impegnato a sostenere l’esecutivo sottolineando i rischi di un’eventuale crisi di governo, il segretario del Pdl (e vicepresidente del Consiglio) Angelino Alfano ha assicurato che «la fiducia del presidente Napolitano è ben riposta nel presidente Berlusconi che è il leader politico che da due anni sostiene governi che non sono guidati né da lui né da esponenti del Popolo della Libertà», riferendosi prima al governo Monti e adesso al governo Letta.

NESSUN RIBALTONE
«Quest’ultimo governo in particolare è stato fortemente voluto dal presidente Berlusconi e dal Pdl, mentre il leader del Partito democratico indugiava in improbabili accordi con i Grillini e faceva di tutto per far perdere tempo al Paese». Alfano ha aggiunto di «escludere che il presidente Enrico Letta stia lavorando a piani e soluzioni alternative a questa maggioranza», comunicando però al Pd che il Pdl non parteciperà «mai e poi mai a ribaltoni e sostegni a governi più sinistri di quelli che ha conosciuto la storia recente». E Letta, da San Pietroburgo ha sottolineato ancora una volta, incassando il plauso del G20 per le riforme messe in cantiere dall’Italia, che «c’è bisogno di un’Italia stabile, sotto tutti i punti di vista: politicamente, finanziariamente in termini di mercati».

Si prova, dunque, a sospendere temporaneamente le ostilità in attesa che lunedì si riunisca la giunta delle immunità di Palazzo Madama, per avviare il lavoro che deciderà della decadenza di Silvio Berlusconi. «Il governo durerà», chiosa, ospite della festa pd a Genova Pier Ferdinando Casini, escludendo «piani B», «perchè non credo che ci sia nessuno così irresponsabile di prendersi l’onere di farlo cadere». La vicenda della decadenza di Berlusconi, secondo il leader centrista, «finirà meglio di come oggi qualcuno è impegnato a sostenere. Ci sono gli sfascisti, coloro che dalle disgrazie altrui possono solo trarre giovamento. A volte anche per troppo amore si possono fare dei danni. E mi sembra che molti nei pressi di Berlusconi ne stiano facendo».

LA TENSIONE RESTA
Ma nel Pdl la tensione resta alta. Se Fabrizio Cicchitto ieri considerava che «al punto in cui siamo di fronte ad un atteggiamento responsabile nei confronti del al governo da parte di Berlusconi, a sua volta il Pd deve evitare di assumere posizioni provocatorie», invitando Napolitano a «sviluppare ulteriormente la sua riflessione sulle conseguenze assolutamente negative di una crisi dell’attuale governo», il capogruppo Renato Brunetta ripeteva che se lunedì in Giunta si verificasse «una compressione dei diritti, non ci sarebbe nessun dubbio» sul destino della maggioranza. Il Pd, dal canto suo, si è allineato all’invito del Colle. «Le parole di Napolitano, siano la rotta di sicurezza per il Paese», ha detto il responsabile Economia Matteo Colaninno, mentre per Massimo D’Alema Berlusconi non abbandonerà la maggioranza: «Provocare una crisi come ritorsione per la decisione eventuale della decadenza, sarebbe impopolare e controproducente. Se Berlusconi fosse un uomo saggio, che volesse fare una cosa buona non solo per il suo partito ma soprattutto per il nostro Paese prenderebbe atto della insostenibilità della sua posizione, e farebbe un passo indietro».

 

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