Alcolismo, una terapia “soft” per abbandonare la bottiglia

Alcolismo, arriva una “terapia soft”, psicologica e farmacologica, per combatetrlo. L’hanno messa a punto gli psichiatri del Policlinico gemelli di Roma e prevede che la bottiglia venga tolata gradualmente per invogliare anche gli alcolisti più spaventati all’astensione completa immediata.

Denominato «trattamento riabilitativo integrato di supporto psicosociale», si tratta di un approccio in cui la etrapia farmacologica anti-alcol (con Nalmefane, un nuovo farmaco che aiuta l’alcolista a ridurre il consumo) si affianca alla psicoterapia, che contribuisce alla riduzione del consumo di alcolici, in vista del raggiungimento di un’astensione completa dalla bottiglia.

«E’ un approccio del tutto nuovo e senza eguali – spiega il professor Luigi Janiri, responsabile della Sub-unità alcologica del Day Hospital di Psichiatria e Farmacodipendenza del Gemelli diretto da Pietro Bria – studiato da noi sulla base delle ultime ricerche nel campo dell’alcolismo». Il paziente, in questo modo, viene accompagnato verso una maggiore consapevolezza sia del disturbo sia di uno stato di salute psico-fisico migliore, grazie alla riduzione del consumo alcolico, accrescendo la motivazione al cambiamento.

L’idea è di somministrare il afrmaco e allo stesso tempo di inserire il paziente in gruppi di tratatmento psicosociale mirati alla riduzione progressiva del consumo di alcol in vista del raggiungimento di un’astensione completa. In altre parole, con questo approccio «soft» si potrebbero “recuperare” gli alcolisti che non riescono a iniziare una terapia perché scoraggiati dall’astensione alcolica completa sin dalle prime fasi del trattamento o che hanno perso il controllo sul bere e desiderano provare a recuperarlo.

 

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