Italiani vecchi e ‘tondi’, 1 su 5 ha oltre 65 anni. Boom di ultracentenari
Invecchiamento inarrestabile in Italia: oltre un connazionale su 5 ha più di 65 anni. I ‘giovani anziani’ (ossia i 65-74enni) sono oltre 6 milioni, pari al 10,6% della popolazione residente. E i valori regionali variano da un minimo dell’8,9% della Campania a un massimo di 13,1% della Liguria. E’ la fotografia scattata dalla XII edizione del Rapporto Osservasalute (2014) presentata oggi a Roma all’Università Cattolica, dal quale emerge un altro elemento significativo: gli italiani sono sempre più ‘tondi’ e sedentari.
Vi è un’opposta struttura per età tra residenti con cittadinanza italiana e residenti stranieri: infatti, per la componente italiana i 65-74enni rappresentano l’11,3% della popolazione residente contro l’1,9% registrato per gli stranieri. Gli ‘anziani’ (75-84 anni) sono più di 4 milioni e rappresentano ben il 7,6% del totale della popolazione ma, anche in questo caso, è possibile notare differenze geografiche. In Liguria tale contingente rappresenta ben il 10,2% del totale, mentre in Campania è ‘solo’ il 6%. Le differenze nella struttura per età della popolazione per cittadinanza si fanno, in questo caso, ancora più marcate: gli ‘anziani’ sono l’8% degli italiani contro lo 0,6% dei residenti stranieri. La popolazione dei ‘grandi vecchi’ è pari a oltre 1 milione e 700 mila unita, pari al 3% del totale della popolazione residente.
Si conferma il boom degli ultracentenari: sono molto più che raddoppiati nel periodo 2002-2013, passando da poco più di 6.100 nel 2002 a oltre 16.390 nel 2013. In termini relativi, nel 2002, ogni 10.000 residenti uno era ultracentenario, mentre nel 2013 quasi tre. Si noti che, nell’ultimo anno di calendario, considerando sia gli uomini sia le donne, si è registrato un incremento di ben 1.361 unità, incremento annuo pari a più del 9%. Infine, la componente femminile è più numerosa: nel 2013, infatti, le donne rappresentano l’83,2% del totale degli ultracentenari.
Innalzamento età media – Nei 10 anni trascorsi dal 2002 al 2012, gli uomini hanno guadagnato 2,4 anni, mentre le donne 1,4 anni. E’ migliorato, sempre nel decennio, lo stato di salute degli italiani che risulta complessivamente buono, con una diminuzione del tasso di mortalità infantile. Su quest’ultimo punto ci sono però differenze non da poco tra Nord e Sud: nel 2011 il tasso di mortalità infantile è stato di 3,1 morti per 1.000 nati vivi, in diminuzione rispetto al 2006 in cui era di 3,4; si noti però che un nato residente nel Meridione ha una probabilità di morire nel primo anno di vita 1,3 volte superiore rispetto a uno residente al Centro e 1,4 volte superiore rispetto a uno residente al Nord.
Quanto alla speranza di vita, è passata dal 2002 al 2012 per gli uomini da 77,2 a 79,6 anni e per le donne da 83 a 84,4 anni. È da alcuni anni, comunque, che si assiste al riavvicinamento della durata media della vita di donne e uomini. Rimane ancora consistente la distanza tra i due generi (+4,8 anni a favore delle donne nel 2012 contro i +5,8 anni nel 2002).
Permangono le differenze a livello territoriale: per entrambi i generi la Pa di Trento registra la speranza di vita alla nascita più alta, la Campania quella più bassa. Le malattie cardiovascolari costituiscono, ancora oggi, in Italia, uno dei più importanti problemi di salute pubblica: esse sono tra le principali cause di morbosità, invalidità e mortalità.
Italiani sovrappeso e obesi – Sempre più ‘tondi’ e sedentari. Si conferma elevata la quota di italiani sovrappeso e obesi e non cresce il popolo degli sportivi, anzi: aumentano significativamente i sedentari. Elevata dunque la percentuale di italiani che ha problemi con la bilancia: il 45,8% dei maggiorenni è in eccesso ponderale (era il 45,4% nel 2009, il 45,9 nel 2010, il 45,8 nel 2011). In Italia, nel periodo 2001-2012, è aumentata la percentuale delle persone in sovrappeso (33,9% vs 35,6%), soprattutto è aumentata la quota degli obesi (8,5% vs 10,4%). Nel 2012, oltre un terzo della popolazione adulta risulta in sovrappeso (35,6%). Mentre è obesa oltre una persona su 10 (10,4%, contro il 10% nel 2011). Livelli molto simili nel 2013: più di un terzo della popolazione adulta (35,5%) è in sovrappeso, e una persona su dieci è obesa (10,3%): complessivamente, il 45,8% dei maggiorenni è in eccesso ponderale.
Quanto ai bambini e ragazzi: i dati (media 2012-2013) mostrano che in Italia la quota di bambini e adolescenti in eccesso di peso è pari al 26,5%. Il fenomeno è più diffuso tra i maschi che tra le femmine (29,6% vs 23,3%), in tutte le classi di età tranne che nei bambini di 6-10 anni; è più marcato tra gli adolescenti (14-17 anni). La prevalenza maggiore si osserva tra i bambini di 6-10 (quasi il 34%) e diminuisce con l’aumentare dell’età fino a raggiungere il valore minimo tra gli adolescenti di 14-17 anni.