Il ministro Lupi si è dimesso stamane con l’intervento alla Camera
«Sono qui per rivendicare il ruolo decisivo della politica nella guida del nostro Paese. Non sono qui per difendermi da accuse che non mi sono state rivolte, non invoco garantismo nei miei confronti, perchè non ho ricevuto alcun avviso di garanzia». Lo ha affermato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, nella sua informativa alla Camera.
L’intervento si è tenuto in un’Aula della Camera quasi vuota: ai banchi del governo il ministro dell’interno Angelino Alfano, il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, della Salute Beatrice Lorenzin e della pubblica amministrazione Maranna Madia. Tra i sottosegretari, presenti Graziano Delrio e Luca Lotti.
«Ciò che mi chiama qui davanti a voi -ha aggiunto Lupi- non è una responsabilità giudiziaria ma giustamente una responsabilità politica».
«Mi ritengo obbligato a non far cancellare 3 giorni tutto ciò che ho fatto in questi 22 mesi – ha spiegato Lupi – Per due volte sono stato vice presidente di questa Aula, e questo è il luogo dove compiere il gesto che mi accingo a fare. Quindi sono pronto a rispondere di ciò che ho fatto in questi 22 mesi da quando ho giurato prima volta da ministro».
Lupi ha elencato le tappe della sua attività da ministro, ribadendo, sulla vicenda Incalza, di aver confermato quest’ultimo in nome della continutità amministrativa della struttura tecnica di missione.«Incalza ha rassegnato dimissioni il 17 dicembre 2014 – ha precisato – Contrariamente a quanto riportato, a lui non è stato assegnato alcuni incarico di consulenza al ministero».
Per quanto riguarda le accuse a lui rivolte dopo le intercettazioni dell’inchiesta sulle grandi opere, Lupi ha spiegato di avere agito come qualunque padre avrebbe fatto. «Ho dato le mie dimissioni a 72 ore dai fatti non a 72 giorni – ha spiegato – Lascio il governo a testa alta e continuerò a fare il mio dovere come è giusto farlo in Parlamento. So che il tempo sarà galantuomo».
«Non si può rinunciare ad essere padre o marito. Si può invece rinunciare ad una poltrona, per quanto prestigiosa», ha concluso.