Inchiesta tangenti: il Pd spinge per le dimissioni del ministro Lupi

Cresci il pressing su Maurizio Lupi, che per ora continua a resistere. Oggi a Palazzo Chigi c’è stato un incontro tra il premier Matteo Renzi e i ministri Angelino Alfano e Maurizio Lupi. Lo si apprende da fonti centriste.

Il ministro delle Infrastrutture non è indagato e ritiene di aver spiegato gli elementi che lo vedono coinvolto nell’inchiesta sugli appalti per le grandi opere che ha portato in carcere Ettore Incalza, già capo della Struttura tecnica di missione al ministero. Ma nel Pd crescono le pressioni perché il ministro si dimetta.

«Io penso che sarebbe un fatto positivo se il Ministro, venendo in Parlamento come ha detto e chiarendo tutti questi aspetti, prendesse atto che la mappa degli eventi che lo coinvolgono è tale che…», ha affermato Gianni Cuperlo (Pd) intervenendo questa mattina a L’Aria che Tira (La7), chiedendo un un passo indietro del ministro di Ncd. «Su una materia come questa penso che bisogna avere senso di responsabilità di appartenere a un gruppo e a un partito, e prenderemo una posizione congiunta, mi auguro condivisa. Ritengo che, al netto di qualunque scelta garantista, la situazione sia abbastanza insostenibile», ha aggiunto Cuperlo.

«Voglio andare in Parlamento a riferire sulle scelte», ha detto ieri Lupi. «Non ho mai fatto pressioni per chiedere l’assunzione di mio figlio e quindi non ci potrà mai essere alcuna intercettazione su questo», ha affermato ancora il ministro delle Infrastrutture.

 

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