Mancanza di un reparto e chiusura dell’unità di crisi: è emergenza psichiatrica a Nola

Nola – Emergenza psichiatrica a Nola: il caso di un paziente psichiatrico che ieri si è rivolto al pronto soccorso del nosocomio bruniano ha messo in luce tutta la difficoltà che l’intero territorio patisce per la mancanza di uno specifico reparto di psichiatria.

 

A raccontare quanto accaduto è Michele Maddaloni rappresentante della Cgil “Quanto accaduto ritengo che sia davvero grave – afferma Maddaloni – si profila una vera e propria omissione di soccorso”.

 

In pratica, racconta Maddaloni, un paziente psichiatrico è giunto in pronto soccorso per ricevere assistenza. Come da protocollo ad intervenire sarebbe dovuto essere il locale centro di igiene mentale attraverso la consulenza specifica di uno psichiatra, visto che l’ospedale non ha personale specializzato all’interno. “Il centro sollecitato più volte ha dichiarato che non poteva intervenire a causa di una disposizione interna del dirigente. Tutto ciò è assurdo visto che a rimanere senza il necessario soccorso, per ore, è stato il paziente” Evidenzia Maddaloni che ha aggiunto come l’intero modello di emergenza psichiatrica vada rivisto “ Vanno ripristinati i centri di crisi – afferma Maddaloni – l’attuale schema è davvero assurdo visto che attualmente il più vicino reparto è presso l’ospedale di Torre del Greco”.

 

Per inquadrare la vicenda verificatasi ieri mattina va detto come nell’ottobre 2014 i vertici del 118 (prot. 3099 del 09.10.14), della Salute mentale della Asl napoli3 sud, il direttore sanitario dell’A.O. Nola (Picker) e il Direttore del Risk management hanno concordato, dopo la chiusura delle unità di crisi, che le emergenze psichiatriche vengano garantite dal Sires 118 “Qualora il paziente necessiti di ricovero ospedaliero, il trasporto sarà effettuato esclusivamente dal 118 presumibilmente al più vicino ospedale in cui insiste il reparto psichiatrico di Diagnosi e Cura di cui la città di Nola è ancora sprovvisto”.

 

In caso di trattamento sanitario obbligatorio, se lo psichiatra decide il trasporto in ambulanza del paziente, sarà l’ambulanza del presidio ospedaliero a fare il trasferimento in Spdc (Servizio psichiatrico di Diagnosi e Cura).

 

Alla base dell’impasse di ieri vi sarebbe un “difetto di comunicazione” rispetto all’esistenza o meno di un protocollo tra l’ospedale di Nola ed il locale Centro di igiene mentale.  

 

Sempre ieri il direttore sanitario del Santa Maria della Pietà ha inviato una comunicazione alla Uocsm di Nola, alla medicina dell’ospedale e al pronto soccorso scrivendo. “In assenza di protocolli condivisi la gestione in emergenza di pazienti psichiatrici rimane di vostra competenza e nessun automatismo di condotta può essere posto a carico di operatori del presidio di Nola”.

 

In risposta il dirigente responsabile della Uocsm di Nola, il dottor Mariano Sena ha emanato un Ordine di Servizio (nota n. 73 del 12 03 15) con il quale “Si sospende ad horas, in regime di autotutela, ogni attività di gestione condivisa presso il suddetto presidio ospedaliero”, rendendosi disponibile per ogni collaborazione.

 

Una situazione che ha creato un’ impasse superata solo alle 13,30 allorché dopo contatto con il direttore sanitario Alfano, il dottore Sena ha comunicato la “provvisoria ripresa dell’attività consulenziale presso l’ospedale di Nola” in base ad un accordo transitorio con la direzione sanitaria della durata di sette giorni, periodo utile per prendere ulteriori determinazioni in merito alle emergenze psichiatriche. Nel mezzo della vicenda vi è la lunga attesa patita dal paziente che ha atteso ore per essere assistito.

 

Una toppa in vista di un più chiaro riferimento ma che palesa come la chiusura delle unità di crisi da un lato e la mancanza di un reparto di psichiatria dall’altro evidenzi un nervo scoperto per l’intera area nolana circa il servizio di emergenza psichiatrica.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *