Festa dei Gigli, neo direttore artistico Apolito “Occorre partire dal dialogo con la comunità festiva”
Nola – Condivisione e dialogo con tutta la comunità festiva. Saranno questi i due punti di partenza del lavoro del neo – direttore artistico della Fondazione Festa dei Gigli, il professore Paolo Apolito la cui presentazione ufficiale si è svolta nel pomeriggio di ieri presso l’ex convento di Santo Spirito alla presenza del sindaco di Nola, Geremia Biancardi e del presidente della Fondazione, Raffaele Soprano.
Apolito che da anni segue con attenzione la kermesse nolana ha evidenziato come la linea guida del percorso che intende tracciare sarà caratterizzata dalla prudenza. “Ho accettato l’incarico dopo una lunga riflessione – ha spiegato l’antropologo – ben consapevole della difficoltà e della complessità del lavoro. Il mio approccio non sarà improntato a cambiare o stravolgere la Festa quanto piuttosto ad ascoltare la comunità festiva per capire quale direzione prendere tutti insieme”.
Lo studioso ha più volte ribadito di non avere una direzione artistica precisa da indicare perché questa va trovata nella storia stessa della Festa e della città.
“Nei prossimi giorni – ha continuato Apolito – promuoverò a cadenza settimanale incontri con l’intera città, con gli operatori della Festa, e più in generare con tutti i nolani che vorranno portare alla mia attenzione un contributo. Certamente dobbiamo difendere i valori della tradizione ma al tempo stesso capire quelle che sono le istanze dei giovani che saranno nei prossimi anni gli attori protagonisti della Festa”.
Trovare il punto di equilibrio tra gli elementi della tradizione e le innovazioni dei tempi. E’ questa la grande sfida che ha accettato Apolito: far dialogare la comunità, la mission possibile. “In questo processo dialettico voglio essere il moderatore”. Ha precisato ancora lo stesso studioso che ha puntualizzato come la comunità nolana, con la sua Festa vissuta così intensamente dall’età dell’infanzia a quella adulta, sia attraversata da una socialità positiva e da una vitalità che rappresentano un punto di forza della città che vanno raccontate all’esterno, visto che trova pochi eguali in Europa.
Ecco dunque l’altro grande tema: rafforzare il processo di internazionalizzazione della kermesse e della città anche alla luce dell’importante riconoscimento Unesco che rappresenta una legittimazione di un valore da parte della comunità internazionale. “Su questo piano – ha aggiunto ancora Apolito – possiamo anche giocare la prestigiosa carta della figura di Giordano Bruno”. Ed una internazionalizzazione della Festa porta con sé anche un miglioramento della qualità dell’accoglienza a cui la stessa Fondazione presieduta da Raffaele Soprano sta già lavorando da tempo. “Lo scenario che possiamo immaginare – ha evidenziato ancora Apolito – è quella di una città di Nola come metà di un Erasmus di tutti i ‘festaioli’ che si sentono parte integrante di una tradizione accanto a quelle dei propri luoghi natali. Nola ha questa potenzialità”.