Concistoro, 20 nuovi cardinali nominati dal Papa
In basilica ci sono due Papi a salutare l’ingresso di 20 nuovi cardinali. Il Papa emerito Ratzinger che eccezionalmente è uscito dalla sua clausura, e Papa Bergoglio che ricorda ai “fratelli cardinali” che La berretta rossa non è un’onorificenza, che bisogna avere un forte senso di giustizia, che occorre dare l’esempio di essere una vera famiglia, scevra di rancori e di odi personali.
Francesco parla sorridendo; è il secondo concistoro del suo pontificato. A San Pietro erano presenti in 19, perché l’ultranovantenne arcivescovo colombiano José de Jesús Pimiento Rodríguez ha problemi di salute e riceverà la berretta nei prossimi giorni a Manizales. Quella cardinalizia, ha insistito Papa Bergoglio, «è certamente una dignità, ma non è onorifica».
«Anzitutto san Paolo ci dice che la carità è “magnanima” e “benevola” – ha spiegato – Quanto più si allarga la responsabilità nel servizio alla Chiesa, tanto più deve allargarsi il cuore, dilatarsi secondo la misura del cuore di Cristo. Magnanimità è, in un certo senso, sinonimo di cattolicità: è saper amare senza confini, ma nello stesso tempo fedeli alle situazioni particolari e con gesti concreti. Amare ciò che è grande senza trascurare ciò che è piccolo; amare le piccole cose nell’orizzonte delle grandi, perché “Non coerceri a maximo, contineri tamen a minimo divinum est”» (Non essere ristretti dallo spazio più grande, ma essere in grado di stare nello spazio più ristretto, questo è divino) ha detto Francesco, citando la frase incisa sulla tomba di sant’Ignazio di Loyola.
«Benevolenza – ha aggiunto – è l’intenzione ferma e costante di volere il bene sempre e per tutti, anche per quelli che non ci vogliono bene». Francesco chiede a tutti i cardinali di volersi bene gli uni agli altri, come fratelli. «Al pastore che vive a contatto con la gente non mancano le occasioni di arrabbiarsi. E forse – ha detto – ancora di più rischiamo di adirarci nei rapporti tra noi confratelli, perché in effetti noi siamo meno scusabili. Anche in questo è la carità, e solo la carità, che ci libera. Ci libera dal pericolo di reagire impulsivamente, di dire e fare cose sbagliate; e soprattutto ci libera dal rischio mortale dell’ira trattenuta, “covata” dentro, che ti porta a tenere conto dei mali che ricevi. No. Questo non è accettabile nell’uomo di Chiesa. Se pure si può scusare un’arrabbiatura momentanea e subito sbollita, non altrettanto per il rancore. Dio ce ne scampi e liberi!».