Calcioscommesse: Conte accusato di frode sportiva.
Arriva il conto, dopo quattro anni, ai big del calcio coinvolti nel pasticciaccio brutto del calcioscommesse, scoperto dalla Procura di Cremona che cominciò la sua inchiesta da un episodio che si rivelò col tempo minimale rispetto al vaso di Pandora che sarebbe poi stato scoperchiato: la somministrazione dell’ansiolitico Lormetazepam all’intera squadra della Cremonese ad opera del suo ex portiere, Marco Paoloni, che voleva favorire, dopo una combine, la Paganese, il 14 gennaio del 2001, in Lega Pro.
A 130 persone, tra calciatori e dirigenti, il procuratore Roberto di Martino ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio e di un eventuale processo, che potrebbe cominciare nell’autunno prossimo: nomi già noti nell’inchiesta tra cui spicca il ct della Nazionale Antonio Conte, per fatti di quando era allenatore del Siena. Poi il laziale Stefano Mauri, l’ex bandiera dell’Atalanta Cristiano Doni (i due furono anche arrestati) e l’ex bomber della Nazionale, Beppe Signori. Per Conte l’accusa è derubricata alla semplice frode sportiva mentre era stato iscritto nel registro degli indagati anche per associazione a delinquere. Accusa che rimane per Mauri, Doni, e Signori (che qualcuno nelle intercettazioni chiama “il bollito”), Giuseppe Sculli e l’ex calciatore Stefano Bettarini, mentre in casa dell’Atalanta, che ha riaccolto il ‘figliol prodigo’ Andrea Masiello il quale, dopo aver patteggiato sul fronte penale ha finito di scontare la squalifica imposta dalla Giustizia sportiva, non finiscono i guai: dall’avviso di chiusura delle indagini si evince che sono indagati anche l’allenatore della Dea Stefano Colantuono, il direttore sportivo Gabriele Zamagna, sempre con Doni: nel mirino della Procura Crotone-Atalanta in programma del 22 aprile del 2011, con “il risultato finale di “over 2,5″, conforme alle scommesse predisposte”.
Dei 130 indagati quelli a cui l’associazione a delinquere rimane sono una sessantina, agli altri sono contestati singoli episodi di frode sportiva per un totale di 150 partite tra Serie A, B e Lega Pro. A truccarle, o a tentare di farlo, una ‘cupola’ di scommettitori da Singapore, capeggiati da Tan Seet Engh, detto Dan che ha investito nel tempo milioni di euro mentre a contattare i calciatori e i dirigenti in Italia (è indagato anche il presidente del Siena, Massimo Mezzaroma) era il gruppo degli “Zingari”: serbi, macedoni che pagavano profumatamente ma erano a dir poco risoluti a riprendersi il denaro se i calciatori non riuscivano, anche per cause di forza maggiore, a dare il peggio di sé in capo per ottenere il risultato combinato. C’era poi il gruppo dei ‘Bolognesi’, capeggiato da Signori e quello attivo a Bari (nel capoluogo pugliese è in corso un altro procedimento). Nell’avviso di chiusura delle indagini sono scomparsi nomi eccellenti: Leonardo Bonucci e Domenico Criscito, per perquisire i quali gli agenti della Mobile e dello Sco (Servizio centrale operativo) ‘violarono’ la soglia di Coverciano, dove era in corso il ritiro della Nazionale. Per loro, si profila una richiesta di archiviazione ma un fronte che potrebbe portare altri grattacapi al mondo dello sport è quello del tennis. La Procura di Cremona si sta infatti occupando anche di combine di incontri internazionali, finito sotto la lente d’ingrandimento dopo aver analizzato il materiale informatico sequestrato agli indagati. E’ il commercialista di Signori, Manlio Bruni, il più attivo nel sentire via chat alcuni atleti. La Federazione italiana tennis ha già chiesto e ottenuto gli atti da di Martino.