Quirinale, terza fumata nera. Tutto rinviato a domani

Il premier Matteo Renzi punta sempre su Sergio Mattarella e lancia un appello a Ncd e Forza Italia per votarlo. Su Sergio Mattarella «auspico si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia». È l’appello che Matteo Renzi rivolge ai partiti di maggioranza e opposizione sottolineando che «è una scelta che interpella tutti e non solo un partito». «Finite le prime tre votazioni, siamo arrivati al momento chiave», afferma il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Siamo di fronte alla concreta possibilità che una personalità autorevole e stimata da tutti, un servitore dello Stato come Sergio Mattarella, diventi il presidente della Repubblica con un voto ampio di settori della maggioranza e dell’opposizione parlamentare». «Non è – sottolinea Renzi – una questione che riguarda un solo partito: la scelta del Capo dello Stato interpella tutti, senza distinzioni. Per questo auspico che sul nome di Sergio Mattarella – presidente della Repubblica di tutti gli italiani – si determini la più ampia convergenza possibile per il bene comune dell’Italia».

Forza Italia. Vertice tra alcuni esponenti di Area Popolare e quelli di Forza Italia a Montecitorio dopo l’appello del premier Matteo Renzi affinchè Sergio Mattarella sia votato con la più ampia convergenza. All’incontro sono presenti per FI, Paolo Romani e Giovanni Toti, e per i centristi il ministro Galletti, Pierferdinando Casini e il capogruppo al Senato, Maurizio Sacconi.

Formigoni. Quello di Renzi «è un appello che va nella direzione che avevamo auspicato e ripara all’errore di metodo iniziale, togliendo a Mattarella quell’aura di uomo solo del Pd». Così il senatore Ncd, Roberto Formigoni.

Il nome di Mattarella ricompatta il Pd, conquista Sel ma fa gridare Silvio Berlusconi al tradimento del patto del Nazareno. Il premier Matteo Renzi dopo la terza votazione ha lasciato la Camera dopo una riunione con i vertici del Partito democratico per fare il punto, è stato spiegato, sui numeri delle prime votazioni per il presidente della Repubblica. I cronisti che gli chiedevano se il nuovo Capo dello Stato verrà eletto al quarto scrutinio, il premier si è limitato a fare una battuta: «La quarta votazione? Mi spiace, io non ho la quarta», ha detto. Prima di andar via Il premier Matteo Renzi ha avuto un lungo incontro con Giorgio Napolitano nelle stanze del governo alla Camera.

Anche il capo dei frondisti di Forza Italia Raffaele Fitto ha riunito i parlamentari a lui vicini per fare il punto della situazione e decidere cosa fare. «Leggo di ipotesi aventiniane su cui esponenti del mio partito starebbero riflettendo. Sarebbe un ennesimo autogol. Tutto si può fare, e ogni ipotesi può essere legittimamente discussa – ha detto Fitto – votare scheda bianca, votare un altro candidato. Ma non partecipare è un atto senza senso sotto il profilo dell’opportunità e della ragionevolezza». «E a parlare – prosegue Raffaele Fitto – è chi, come me, chiede una netta e chiara alternativa alla sinistra; un netto e chiaro no a questa legge elettorale; un netto e chiaro no a queste insoddisfacenti riforme costituzionali. Ma che ora proprio coloro che ci attaccavano solo perchè »osavamo« presentare emendamenti rispetto ai »testi sacri« del Nazareno pensino di collocare fisicamente Forza Italia fuori dal Parlamento nel momento in cui si elegge il nuovo Capo dello Stato mi pare un altro segno di confusione politica, di assenza di strategia, di oscillazione tra governismo a tutti i costi e marginalità a tutti i costi. Due errori uguali e contrari».

Agitazione anche per Ncd. Un gruppo, che viene definito consistente, di grandi elettori del Nuovo centrodestra sta premendo all’interno di Area popolare affinché il leader Angelino Alfano cambi linea in merito all’atteggiamento da tenere nei prossimi scrutini per l’elezione del Capo dello Stato. Secondo quanto si apprende, tra i parlamentari alfaniani starebbe prendendo piede l’idea di chiedere al vertice di Area popolare, anche in vista dell’assemblea che si terrà questa sera al termine del terzo scrutinio, di abbandonare la scelta della scheda bianca in favore di un appoggio aperto a Mattarella. In subordine vi sarebbe la richiesta di lasciare libertà di voto. Nel raggruppamento che unisce Ncd e Unione di centro già nel corso delle prime ore di oggi si faceva più pronunciata la tendenza a svincolarsi dall’asse con Forza Italia e a partecipare alla scelta a favore di Mattarella, visto come una personalità autorevole, moderata, fuori dalla politica ma che comunque in passato si è conquistata la sua autorevolezza anche internazionale.

Incontro Renzi-Alfano Renzi ha incontrato alla Camera anche Alfano. Il premier ha chiesto a Ncd di ripensare la decisione di votare scheda bianca alla quarta votazione, sostenendo l’incoerenza di non votare Mattarella. Lungo colloquio anche tra il sottosegretario alla presidenza Luca Lotti e il ministro dell’Interno nel corridoio antistante la sala del governo, adiacente all’Aula. Il colloquio è durato circa dieci minuti con toni vivaci.

Il vertice nel cetrodestra Girandola di riunioni nel centrodestra in vista della quarta votazione per l’elezione del presidente della Repubblica. A palazzo Giustiniani c’è stato un incontro tra Denis Verdini, Gianni Letta, Pier Ferdinando Casini, Lorenzo Cesa, e Angelino Alfano.

Brunetta. «Renzi si è basato finora su due maggioranze: la sua maggioranza di governo con Alfano, che è carne della nostra carne, e la maggioranza sulle riforme costituzionali con Berlusconi, mettendo in un angolo la minoranza del suo partito che però è una minoranza molto pesante. Adesso ha detto di fatto “no” a Berlusconi, ha rotto il patto istituzionale con Berlusconi, ha rotto di fatto anche il patto con Alfano, perché Alfano è furioso al pari di Berlusconi. Per cui di fatto due maggioranze, la maggioranza istituzionale e la maggioranza di governo non ci sono più». Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio La Telefonata su Canale 5. «Senza di noi Renzi non ha i voti al Senato e quindi l’esito finale sono le elezioni», ha aggiunto.

Lotti. «Spiace che Brunetta evochui le elezioni. Ma il buon Brunetta si metta il cuore in pace. Voteremo nel 2018, dopo aver fatto le riforme», replica il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, in risposta alle affermazioni del capogruppo di Forza Italia alla Camera.

Fassina. «L’elezione di Mattarella può essere un elemento di stabilizzazione del quadro politico in un contesto in cui il presidente del consiglio, dopo il passaggio della presidenza della Repubblica, riconosce anche la rilevanza di posizioni interne che hanno obiettivi costruttivi sul terreno delle riforme», commenta l’esponente della minoranza Pd, Stefano Fassina. «Rimango colpito – aggiunge parlando in Transatlantico con i giornalisti – dalle posizioni di Forza Italia perché fino all’altro ieri tutti dicevano che il patto del Nazareno non ricomprendeva la presidenza della Repubblica poi improvvisamente hanno insistito su questo pacchetto completo. Mi sembrano in grande difficoltà, non congiunturale, cercano giustificazioni abbastanza fragili mentre ritengo – conclude – che l’elezione di Mattarella sarà un elemento di stabilizzazione».

M5S. «Siamo al lavoro insieme ai colleghi della Camera per decidere la linea da tenere in vista della quarta votazione. Domani mattina comunicheremo la nostra decisione». Lo rende noto in un comunicato il coordinamento dei senatori ex M5s, mentre è in corso la riunione congiunta con i deputati di Alternativa libera.

 

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