Quirinale, la nuova maggioranza pronta a votare l’Italicum e poi il Presidente della Repubblica
Eccola, la nuova maggioranza. La vedi in Senato, plasticamente in scena. Sarà quella che ora vota la legge elettorale, e poi voterà il presidente della Repubblica.
É una mescolanza questa nuova maggioranza. Unita sotto una sigla che non c’è ma c’è la cosa che rappresenta: il Partito della Nazione. É fatto di abbracci, di baci, al centro dell’emiciclo, nei corridoi, sui banchi dell’aula, tra berlusconiani fedeli a Silvio e democratici fedeli a Renzi. Gli altri, fuori.
Ma quelli di dentro, guidati da Verdini e Lotti, i due simboli del renzusconismo, votano l’Italicum tutti insieme e l’antipasto delle votazioni per il Colle é sotto gli occhi di tutti.
Il dem dissenziente Mucchetti, in aula, annuncia la nascita di questo partito acchiappa-tutto e poco dopo si vota. Stravince il sí all’Italicum, e seduta al banco del governo la ministra Boschi manda subito un sms. Indovinate a chi? É diretto verso Davos, dove sta in queste ore il premier. Il quale vorrebbe battere il cinque all’intero neo Partito della Nazione. E i “gufi” – é il renzipensiero – se ne facciano una ragione.