Per gli statali giro di vite su licenziamenti e visite fiscali
Il lavoro è proseguito ieri fino a tarda sera. E probabilmente le ultime limature ci saranno ancora questa mattina. Ma oggi, comunque, il governo presenterà i suoi attesi emendamenti alla delega sulla Pubblica amministrazione in discussione al Senato. Quelli più delicati riguardano l’articolo 13 del provvedimento, dove si affronta il tema del pubblico impiego. Dopo l’approvazione dei decreti sul «jobs act», Matteo Renzi aveva promesso che la questione del licenziamento degli statali sarebbe stata affrontata nella delega sulla Pubblica amministrazione. E così sarà.
Il testo messo a punto dagli uffici del ministro Marianna Madia prevede la «semplificazione» e il «concreto esercizio» delle norme sui licenziamenti disciplinari già contenute nella riforma Brunetta. Norme che, fa osservare chi sta lavorando al dossier, hanno portato solo lo scorso anno a quasi 7 mila procedimenti disciplinari, oltre un quarto dei quali, 1.700 per l’esattezza, si sono conclusi con sanzioni disciplinari gravi, dalla sospensione al licenziamento (quest’ultimo applicato in 220 casi). Anche il nodo politico più delicato, quello dei licenziamenti dichiarati illegittimi da un giudice, è stato sciolto.
Nel pubblico impiego la regola rimarrà quella del reintegro, marcando dunque un solco con il lavoro privato dove, invece, con l’approvazione del «jobs act» nella stragrande maggioranza dei casi, i dipendenti allontanati senza giusta causa per motivi disciplinari, avranno solo diritto ad un indennizzo monetario pari al massimo a ventiquattro mensilità (salvo che il fatto contestato non sia materialmente falso).
LE ALTRE MODIFICHE
Gli esperti del governo stanno ancora dibattendo se inserire esplicitamente nella delega questa «salvaguardia» per gli statali, se inserirla nei decreti delegati, o se non specificarlo. «Per i principali giuslavoristi, come Franco Carinci», spiega chi sta lavorando alla stesura degli emendamenti, «non sarebbe nemmeno necessaria una norma ad hoc per sottolinearlo». Altro emendamento riguarderà il passaggio dall’Asl all’Inps delle competenze delle visite fiscali dei lavoratori pubblici. Una misura che presupporrà, oltre che il trasferimento dei fondi attualmente in capo alle Regioni all’Istituto di previdenza, anche di un’armonizzazione degli orari di reperibilità tra statali e dipendenti privati.
Un capitolo importante, poi, riguarderà i criteri di valutazione degli statali. Valutazioni dalle quali potrebbero scaturire i licenziamenti per «scarso rendimento» dei quali aveva parlato Renzi. Anche in questo caso, come per i disciplinari, verranno semplificate e rese concretamente attuabili le norme già esistenti. Uno dei criteri di valutazione che sarà inserito riguarderà anche la performance economico-finanziaria dell’amministrazione di appartenenza.