Nola, piazza D’Armi travolta dal degrado e dai rifiuti: storia di una riqualificazione incompiuta
Nola – Svetta solo ed abbandonato nel mega spazio di piazza D’Armi. E’ lo scheletro, in legno lamellato, del realizzando “Museo della Cartapesta” il cui programma dei lavori è fermo da tempo. Troppo. E così, esposto da mesi al sole, al vento, alla pioggia, rappresenta in maniera plastica la riqualificazione incompiuta dell’area che dovrebbe rappresentare il biglietto da visita della città. In molti cominciano a nutrire il timore che si possa materializzare l’ennesimo aborto. Un’ opera, magari da candidare alla triste categoria, tutta italiana, delle “cattedrali nel deserto”.
Le difficoltà, certo, sono molteplici e spaziano da quelle economiche alla elefantiaca pesantezza delle procedure burocratiche. Un coacervo di fattori che restituisce al momento un ambiente completamente degradato quale oggi piazza D’Armi si presenta. Al posto di ciò che resta del glorioso comunale sorge il cantiere del Museo della Cartapesta. Quello che si presenta agli occhi di chiunque si trovi da quelle parti è uno scenario di una discarica a cielo aperto. La stessa recinzione in metallo in parte è stata divelta, cosicché è possibile l’accesso all’area che un tempo costituiva la pista di atletica ed il campo da gioco. Televisori, vecchi pneumatici, rifiuti di ogni tipo: insomma un paesaggio post atomico, luogo trasformato in un ricettacolo di ogni genere di materiale, dove con l’apertura da parte di ignoti della recinzione, a mancare sono le condizioni minime di sicurezza, vista la presenza di diverse voragini dovute agli scavi. Tra tanto degrado è possibile anche scorgere le vestigia delle antiche mura della cittadella medioevale, venuta alla luce qualche anno fa, rendendo necessaria una modifica al progetto inziale del museo con un arretramento del corpo di fabbrica. Anche questa nobile testimonianza del passato è però al momento fagocitata dai rifiuti e dalle erbacce e dunque non visibile da alcuno.
Il degrado come si sa alimenta altro degrado. A quello materiale si aggiunge quello sociale. Piazza D’Armi è da tempo, così come testimoniano e segnalano numerosi cittadini, ritrovo per soggetti di ogni risma: ubriachi, drogati, prostitute che spesso condividono l’immenso spazio, che offre numerosi anfratti, con le coppiette che innocentemente cercano un angolo di intimità. Spostandoci un po’ più in qua rispetto all’ex stadio, troviamo l’altra opera monca: la caserma duca D’Aosta. Nei progetti doveva diventare la nuova cittadella giudiziaria ma al momento lo storico edificio, teatro nel ’43 della strage di alcuni soldati italiani trucidati dai nazisti, è ancora un cantiere aperto. Come il resto della piazza che attende che qualcuno o qualcosa la salvi da un degrado ogni giorno più aggressivo.