Epifania, Papa Francesco: “No allo splendore del potere, sì all’umiltà”

I Magi, «guidati dallo Spirito, arrivano a riconoscere che i criteri di Dio sono molto diversi da quelli degli uomini, che Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo, ma si rivolge a noi nell’umiltà del suo amore. I Magi sono così modelli di conversione alla vera fede perché hanno creduto più nella bontà di Dio che non nell’apparente splendore del potere». 
A sottolinearlo è Papa Francesco nell’omelia durante la messa per l’Epifania celebrata a San Pietro. «E allora ci possiamo chiedere: qual è il mistero in cui Dio si nasconde? Dove posso incontrarlo? Vediamo attorno a noi guerre, sfruttamento di bambini, torture, traffici di armi, tratta di persone. In tutte queste realtà, in tutti questi fratelli e sorelle più piccoli che soffrono per tali situazioni, c’è Gesù (cfr Mt 25, 40.45). Il presepe – osserva il Papa – ci prospetta una strada diversa da quella vagheggiata dalla mentalità mondana: è la strada dell’abbassamento di Dio, la sua gloria nascosta nella mangiatoia di Betlemme, nella croce sul calvario, nel fratello e nella sorella che soffre».

«Nel loro cammino i Magi incontrano tante difficoltà – ricorda Francesco – Quando arrivano a Gerusalemme loro vanno al palazzo del re, perché considerano ovvio che il nuovo re sarebbe nato nel palazzo reale. Là perdono la vista della stella e incontrano una tentazione, messa lì dal diavolo: è l’inganno di Erode. Il re Erode si mostra interessato al bambino, ma non per adorarlo, bensì per eliminarlo. Erode è l’uomo di potere, che nell’altro riesce a vedere soltanto il rivale».

«Chiediamo al Signore che ci conceda di vivere lo stesso cammino di conversione vissuto dai Magi. Che troviamo il coraggio di liberarci dalle nostre illusioni, dalle nostre presunzioni, dalle nostre ‘lucì, e che cerchiamo questo coraggio nell’umiltà della fede e possiamo incontrare la Luce, Lumen, come hanno fatto i santi Magi». Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia durante la messa solenne per l’Epifania.

Al Signore, ha aggiunto Francesco, chiediamo anche «che ci difenda e ci liberi dalle tentazioni che nascondono la stella. Che abbiamo sempre l’inquietudine di domandarci: dov’è la stella?, quando, in mezzo agli inganni mondani, l’abbiamo persa di vista. Che abbiamo sempre l’inquietudine di domandarci: dov’è la stella? , quando in mezzo agli inganni mondani l’abbiamo persa di vista».

 

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