La Juve passa agli ottavi di Champions: con l’Atletico Madrid basta lo 0-0

Battere l’Atletico Madrid con due gol di scarto era una specie di utopia. La Juve si accontenta dello 0-0 – un risultato tondo come un biscotto, anzi due – e si gode l’accesso agli ottavi di Champions da seconda di un gruppo A vinto dai Colchoneros. Il passaggio del turno vale circa 6 milioni, che si aggiungono ai 44 già incassati tra premi, biglietteria e diritti televisivi. 
 
IL RESOCONTO DELLA PARTITA
 
 
Il sorteggio di lunedì rischia però di essere molto rognoso: alle teste di serie Real, Bayern, Chelsea, Porto, Borussia e Monaco oggi si aggiungerà una tra Psg e Barcellona. «Se vuoi arrivare in fondo, prima o poi tocca affrontare le squadre forti», filosofeggia Buffon. «Possiamo andare molto lontano, ma dobbiamo dare più: serve il 120%», sprona Pogba.
 
«Ad eccezione delle due spagnole, del Bayern e del Chelsea, che sono un gradino sopra a tutti, possiamo giocarcela con chiunque», sostiene Allegri che all’ultimo rimpiazza Marchisio (febbre a 39) con Pereyra, mentre Simeone preferisce Mario Suarez all’ex bianconero Tiago. Il tecnico bianconero puntualizza: «Grazie ai giocatori per questa gioia: ma non si poteva rischiare troppo».
 
Partita difficile, scorbutica e poco emozionante. I boati più grandi dello Stadium sono per i gol del Malmoe, che alla fine cede 4-2 in casa dell’Olympiacos. Il primo tempo, ai punti, è dell’Atletico. Più pericoloso, più esperto, più tutto. Buffon, il migliore dei suoi, arpiona un tiro ravvicinato di Koke, mentre Llorente manca la zampata sotto misura. La Juve detta i tempi del gioco ma non trova mai l’ultimo passaggio: Pirlo e Tevez giocano venti metri più indietro del solito, Pogba non lascia il segno. Poco calcio, tanti calci e Vidal che rischia la seconda ammonizione al 41′.
 
La ripresa è invece dei bianconeri, che alzano i giri del loro motore. Pogba (due volte) e Vidal spaventano Moya. «Nel secondo tempo abbiamo cercato di vincere senza però rischiare di perdere», sintentizza Allegri. I Colchoneros si rintanano nella propria metà campo e sugli spalti, mentre una parte dei tifosi fischia lo spettacolo poco esaltante, si diffonde un profumino di alta pasticceria. Stranamente nessun cambio nei 90’. In spagnolo il biscotto calcistico si diceamano. Farsi del male, in fondo, non conveniva davvero a nessuno.
 

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