Gigli, Barbalucca “Coinvolgere grandi artisti per i rivestimenti delle macchine. Potremo avere un vero museo a cielo aperto”
Nola – Umberto Barbalucca è il nuovo membro del consiglio di amministrazione della Fondazione Festa dei Gigli. Subentra al dimissionario Agostino Santaniello che ha lasciato nelle scorse settimane l’incarico per sopraggiunti impegni professionali. La nomina di competenza del sindaco Geremia Biancardi da nuova linfa all’ente presieduto da Raffaele Soprano per la prosecuzione del non facile lavoro di riqualificazione della Festa dei Gigli.
Barbalucca, architetto e nolano doc, grande appassionato della Festa ha già collaborato con la Fondazione in particolare per la redazione del progetto accoglienza. Ed è proprio sul fronte del miglioramento della qualità dei servizi e della fruizione della città da parte dei turisti che Barbalucca annuncia di voler profondere le sue migliori energie. “L’esperienza dello scorso anno – dichiara il neo consigliere – è stata di grande importanza perché ha segnato un interesse verso un aspetto della Festa da sempre completamente trascurato. L’obiettivo dunque è quello di potenziarlo per rendere la fruibilità della Festa per i cittadini e per i visitatori sempre più confortevole”.
Nell’ultima edizione della Festa, la presenza di guide ma soprattutto di tribune e maxi schermo sono state novità molto apprezzate proprio perché rispondevano al concetto di una kermesse intesa come “prodotto turistico” da spendere in chiave di promozione della città. Adesso occorre andare avanti, come ribadisce lo stesso Barbalucca, che annuncia come la Fondazione porterà avanti anche una proposta per il coinvolgimento di importanti artisti contemporanei per la realizzazione dei rivestimenti delle macchine da festa. “L’idea – continua Barbalucca – è quella di realizzare un vero e proprio museo a cielo aperto: la presenza all’interno della Festa di artisti di caratura nazionale ed internazionale costituirebbe un’ occasione di crescita tecnica anche per le nostre botteghe”.
Un’ ipotesi dunque molto suggestiva quella di nove temi sviluppati da importati artisti che costituirebbero di per sé un attrattore mediatico molto forte. E per evitare che i rivestimenti possano risultare completamente “fuori traccia” rispetto alla tradizione, lo stesso Barbalucca aggiunge “ L’idea di partenza potrebbe essere sempre la matrice barocca che maggiormente caratterizza le nostre macchine, allontanandoci però dagli stereotipi di sempre e riproponendola con modalità e forme contemporanee”
Ma come ogni novità che deve innestarsi su un impianto di consuetudini e prassi consolidate sarà necessario anche in questo caso vincere non poche resistenze legate ad uno schema di “affidamento prevalentemente locale” dei progetti. “ Qui torniamo a quella che è la vera mission della Fondazione – precisa ancora Barbalucca – che è quello di un confronto costante con tutti gli attori della Festa, la comunità da un lato le istituzioni dall’altro. La Festa è un patrimonio comune ed è assolutamente impensabile che la sola Fondazione possa cambiare la kermesse che viene tra l’altro da anni di decadimento. E’ inevitabile che occorra un processo graduale e progressivo”.